Mercoledì 24 Aprile 2024

Milan, presto ufficializzati gli investitori. Anche il governo cinese partecipa?

Entro fine ottobre potrebbero essere uffucializzati i nomi degli investitori che sono intenzionati ad acquistare il club tra cui ci sarebbe una società pubblica cinese con un giro d'affari di circa 120 miliardi di dollari e amministrata da un esponente di spicco del partito comunista cinese

Marco Fassone (LaPresse)

Marco Fassone (LaPresse)

Milano, 12 ottobre 2016 – Incassato il no secco di Paolo Maldini – che ieri ha rifiutato ufficialmente il posto da direttore tecnico offertogli dal prossimo amministratore del club Marco Fassone – Sino-Europe Sports, la società prossima all'acquisto del club rossonero, non perde tempo e continua il suo lavoro di definizione degli ultimi dettagli in vista del closing che a meno di sorprese sarà ultimato entro novembre quando a Fininvest saranno versati gli ultimi 420 milioni pattuiti ad Agosto al momento della firma del preliminare d'acquisto.

A quanto si apprende, la raccolta degli ultimi fondi da parte di Yonghong Li – deus ex machina di Sino – sarebbe già stata ultimata e, oltre all'aiuto di alcune banche cinesi, i futuri proprietari del Milan potrebbero ricevere anche l'aiuto del governo cinese – notizia che circola già da mesi – che potrebbe garantire fondi attraverso la China Huarong, società pubblica che si occupa di valorizzazione e ristrutturazione di vari asset con un giro d'affari di circa 120 miliardi di dollari e e un fatturato vicino agli 11 miliardi, il cui “numero uno” è Li Xiaomin, esponente di spicco del partito comunista cinese. Per avere la certezza di chi realmente fa parte della cordata vicina all'acquisto del club di Via Aldo Rossi – che sembra si stata addirittura costretta a chiudere le porte ad alcune società intenzionate a prendere parte all'affare per non creare troppo affollamento nella cordata – non resta comunque molto d'attendere perché pare che una delegazione di Sino composta, tra gli altri da Han Li e Li Yonghong, sia intenzionata già entro fine ottobre a programmare un viaggio in Italia per illustrare a Finvest e Berlusconi – al momento ancora negli Stati Uniti – la lista completa (sono circa 7-8) degli investitori. Il cerchio si comincia quindi a stringere e addirittura non è detto che si possa arrivare alla chiusura finale della transazione prima della “dead line” di fine novembre sopra citata.