Mercoledì 24 Aprile 2024

A Zagabria con Dybala e un altro centrocampo. Sarri, calcio d’autore

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Diciamolo in modo chiaro: non è questa la Juve che la gente si aspetta. La squadra delle stelle difende con i denti, come una qualunque provinciale, il golletto (con deviazione) rifilato al Palermo. A centrocampo poca personalità, tanti passaggi sbagliati e in attacco Higuain affiancato non da Dybala, tenuto a riposo, ma dal suo sosia tattico: Mandzukic. Le prodezze del portiere Posavec chiudono due volte la porta al bomber croato, ma la partita resta in bilico fino ai minuti di recupero e qui la Juve schiacciasassi diventa improvvissamente il Padova di Rocco: difesa a riccio e contropiede, quando capita.

Poiché il Palermo non è l’Inter è facile capire che qualcosa non funziona nell’equilibrio tattico di Allegri e se si toglie dal campo l’uomo di maggior classe, Dybala, il meccanismo gira a fatica con i doppioni Higuain e Mandzukic che finiscono per togliersi spazio e respiro. In un calcio sempre più bloccato tatticamente, nelle tonnare del centrocampo, gli uomini che possono produrre gioco sono gli incursori come Alex Sandro e Cuadrado, capaci di portar palla in velocità o i fuoriclasse come La Joya, ieri immusonito in panchina aspettando la trasferta di Champions contro la Dinamo Zagabria. Martedì auguriamoci di vedere un’altra squadra sia dal punto di vista delle tenuta fisica che della qualità di gioco, perchè la Juve vista contro il Palermo farebbe fatica a conquistare i suoi primi tre punti europei. Suggerimenti per Allegri? Riprovi Hernanes nel ruolo di regista con Lemina e Pjanic interni e Dani Alves sul lato destro del campo: forse è proprio questa la Juve più logica, aspettando Marchisio.

Il Napoli, che resta in scia ai campioni, è invece un inno alla gioia calcistica, celebrata dai gol di Gabbiadini (finalmente)e Hamsik. Sono gioielli incastonati in una trama di gioco precisa e scandita da inserimenti puntuali secondo la scuola Sarri. Il tutto contro una squadra come il Chievo, costruita per spezzare le idee e i nervi degli avversari. L’inno dei tifosi napoletani al loro allenatore-idolo suona come uno sberleffo a De Laurentiis ma è anche una professione di fede nel guru del bel calcio.