Venerdì 26 Aprile 2024

Regionali, agitazione dentro Forza Italia. 'Fuoco amico' su Berlusconi, che si irrita

Fitto all'attacco. E il clima nel partito si surriscalda

Roma, 24 novembre 2014 - Nessuno, dentro Forza Italia, si aspettava risultati positivi in questa tornata elettorale, ma certo anche le più buie previsioni non facevano presagire una sconfitta di tale portata, con la perdita di oltre 200mila voti e il sorpasso della Lega. A bruciare, poi, è anche il dato di Ncd, che in Calabria incassa l'8%.

Una debacle che riaccende lo scontro interno e nel mirino dei frondisti finisce direttamente il 'capo', reo a dire dei dissidenti azzurri di essersi appiattito su Renzi, cedendo terreno e elettori a Salvini che ora, è la riflessione amara di diversi forzisti, potrà dettare le sue condizioni in vista di una alleanza che si fa via via sempre meno scontata. Ma è soprattutto il fuoco amico su Silvio Berlusconi a preoccupare la dirigenza forzista e ad irritare non poco il Cavaliere, convinto che molto della sconfitta dipenda dalla sua assenza 'forzata' dall'agone politico.

Del resto, ricorda un fedelissimo dell'ex premier, proprio Berlusconi alla vigilia del voto aveva messo le mani avanti: "Ho timori, perché non ho potuto fare campagna elettorale". Ma a Fitto e ai tanti parlamentari azzurri vicini alla linea dell'ex governatore pugliese non basta quella che viene definita una "autoassoluzione di comodo". I problemi sono altri, e hanno tutti all'origine - a dire dei dissidenti - la mancanza di democrazia interna, le modalità di selezione della futura classe dirigente, e non meno importante la linea ondivaga e troppo buonista nei confronti del governo.

Già sabato il clima dentro Forza Italia era tornato a surriscaldarsi a causa dell'incontro a villa Gernetto con i giovani amministratori, malessere sfociato nel duro j'accuse dell'ex tesoriere Bianconi. Oggi è Fitto di prima mattina a puntare il dito: "Mi auguro che nessuno si azzardi a minimizzare o a cercare alibi", avverte mister preferenze, che attacca: "A questo punto mi pare il minimo azzerare tutte le nomine, per dare il via a una fase di vero rinnovamento". Parole che danno la 'stura' al malumore interno.

Giovanni Toti prova ad arginare la piena e rispedisce al mittente le critiche: "Non si tratta di fare processi", anche perché "chi punta il dito è dirigente del partito da anni". Ma i frondisti - il cui numero di dichiarazioni salta agli occhi a fronte delle poche prese di posizione a sostegno di Berlusconi - promettono battaglia: basta con il patto del Nazareno, nessuno sconto a Renzi e rivedere tutta l'organizzazione interna, sono le prime richieste.

Berlusconi preferisce tacere, nessun commento pubblico sul voto di ieri. Parlerà domani pomeriggio a Roma, alla presentazione dell'ultimo libro di Vespa. Oggi, però, affida le sue riflessioni ai fedelissimi e alla famiglia. Era inevitabile che scontassimo la collaborazione con Renzi sulle riforme, va ripetendo l'ex premier. Così come era gioco facile per Salvini rubare la scena, visto che io non posso muovermi liberamente, è ancora il ragionamento berlusconiano. Ma a far pagare il conto più salato al suo partito, ne è convinto il Cavaliere, è la divisione del centrodestra e le continue fibrillazioni interne al partito.

Per questo, Berlusconi è tornato oggi ad insistere sulla necessità di ricostituire la coalizione e ha esortato i suoi a darsi da fare in vista delle regionali del 2015. Il problema è che tra Salvini e Alfano volano stracci e Forza Italia ha in questo momento poca capacità attrattiva e persuasiva.

Seppur irritato (e non poco, viene riferito) dalle parole di Fitto e dei fittiani, Berlusconi ha frenato i suoi, imponendo una linea soft: nessun attacco, non alziamo polveroni, con Raffaele me la vedo io. E' ancora in agenda - anche se il giorno non è stato fissato - il nuovo faccia a faccia con l'europarlamentare, saltato per il ricovero dell'ex premier a causa dell'uveite.

Le riflessioni in privato, però, sono tutt'altro che morbide: questi che oggi fanno la voce grossa si ricordino dove sarebbero se non ci fossi stato io, si è sfogato Berlusconi, infastidito dalle continue liti interne che danneggiano Forza Italia e provocano disaffezione tra gli elettori. Il Cavaliere, però, sa che alcune decisioni andranno prese, che la sua leadership è messa nuovamente a dura prova. A pagarne le spese potrebbero essere il patto del Nazareno e l'Italicum: non vedrà la luce a breve, assicurano dall'inner circle berlusconiano dove, tuttavia, si inizia a temere che sabato il 'no tax day' (l'ex premier sarà in piazza a Milano) possa trasformarsi in un flop.

Fonte Agi