Mercoledì 24 Aprile 2024

Poletti e la frase sul calcetto: "Stupidaggini, era una metafora"

Il ministro torna sull'affermazione di ieri che ha sollevato un polverone di polemiche. Cartelli dei leghisti in Senato. E anche nel Pd c'è chi chiede le sue dimissioni.

Giuliano Poletti (Ansa)

Giuliano Poletti (Ansa)

Roma, 28 marzo 2017 - Tiene il punto Giuliano Poletti. La frase sul calcetto pronunciata ieri in una scuola di Bologna ha sollevato un vero e proprio putiferio mediatico. "Meglio giocare a calcetto che inviare il curriculum", diceva ieri il ministro. Che oggi aggiusta il tiro, precisa, ma difende la sua affermazione. "Vale molto il sapere e vale molto l'essere - premette Poletti a margine della presentazione di un rapporto alla Luiss su "Welfare Index Pmi" -. Vale molto studiare, imparare e conoscere. Altrettanto, vale avere buone relazioni con la collettività e vivere con gli amici".

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Quindi ricorda che "io incontro molte persone che si occupano di reclutamento del personale nelle imprese e tutti mi dicono 'guarda, io cerco di capire chi sono questi ragazzi. E poi chiedo loro cosa sanno'. Quindi, questi due elementi debbono essere tenuti insieme".  Morale: "Il calcetto, è, se volete, la metafora delle relazioni sociali".  A chi gli chiede  se il senso della sua affermazione sul "calcetto" fosse una sorta di rottamazione della meritocrazia, il ministro del Lavoro replica: "E' una stupidaggine sintetizzare in una riga due ore di confronto e di dialogo con i ragazzi, dove abbiamo parlato di alternanza scuola-lavoro, del rapporto che quella scuola fa con il territorio e le imprese, dell'esperienza che questi ragazzi hanno fatto, e di quanto valga l'essere insieme con il sapere che è ovviamente essenziale".

ANCORA POLEMICHE - Dopo il polverone di ieri, continuano gli attacchi al ministro. La protesta più fragorosa vine inscenata a Palazzo Madama dai senatori leghisti che si sono presentati in aula 'armati' di cartelli con scritto "Poletti chieda scusa". Il capogruppo Gian Marco Centinaio ha anche esibito una palla di gomma blu da "consegnare al ministro del Lavoro".

ATTACCHI - Parole dure nei confronti di Poletti giungono da destra, sinistra e pure dall'interno del Pd. "L'invito ammiccante del ministro è il segno di una rinuncia al rigore, di un degrado che avanza, che si accetta e persino si giustifica" scrive oggi, sul proprio profilo Facebook, il presidente della Toscana e cofondatore di Articolo uno Movimento democratico e progressista, Enrico Rossi. "Poletti tragicomico, si dimetta", afferma in una dichiarazione l'europarlmentare Fi Stefano Maullu. E nel partito Democratico è Marco Meloni, deputato della mozione Orlando e direttore della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta, a chiedere al premier Paolo Gentiloni e al Pd di ottenere le dimissioni del ministro.  "Mi chiedo - scrive Meloni su Facebook - come è possibile che un ministro del Lavoro che passa il suo tempo a deridere i giovani alla disperata ricerca di un lavoro non venga invitato dai dirigenti del PD e dal Presidente del Consiglio a fare una cosa più utile al Paese: dimettersi. Io, semplice parlamentare, lo invito caldamente a farlo".