Giovedì 25 Aprile 2024

Licata, il sindaco: "Sfiduciato perché troppo onesto. Avrei demolito le loro case abusive"

Il primo cittadino Angelo Cambiano: anche Alfano mi ha abbandonato

Angelo Cambiano, sindaco sfiduciato di Licata (Ansa)

Angelo Cambiano, sindaco sfiduciato di Licata (Ansa)

Licata, 11 agosto 2017 - «Hanno vinto i tornacontisti». Angelo Cambiano ha appena svestito la fascia di sindaco. Ventuno consiglieri comunali su trenta gli hanno votato la sfiducia e lo hanno mandato a casa. Lui, primo cittadino di Licata, con la fama di paladino dell’anti-abusivismo (67 le case fuorilegge abbattute nell’ultimo anno), non ci sta. 

Qual è il suo stato d’animo? «Sono deluso e amareggiato, vengo sfiduciato solo perché ho fatto il mio dovere, quello di rispettare le sentenze che prevedevano la demolizione dei manufatti abusivi».

Gli oppositori l’accusano di guidare un’amministrazione immobile. «Bugie per nascondere il vero intento che era quello di mandare a casa un sindaco che si è battuto contro l’edilizia illegale. Amministrazione immobile? Abbiamo ottenuto finanziamenti per 52 milioni di euro, trenta dei quali destinati alla messa in sicurezza del territorio, altri alla realizzazione o recupero di opere pubbliche. Con questi soldi sarà possibile eliminare la frana di via Marconi; costruire un nuovo mercato ortofrutticolo; risolvere i problemi di allagamento dei quartieri Playa e Fondachello e di piazza Gondar e riqualificare il Piano Quartiere. La loro era una mozione di facciata che ho smontato punto per punto in consiglio comunale».

Ci spiega allora il vero intento di chi l’ha mandata a casa? «Strizzare l’occhio agli abusivi in vista della campagna elettorale regionale di novembre. Ci sono candidati che continuano a promettere quello che non si può promettere, a illudere la gente come si è fatto per 30 anni. La mia è la fine che fanno gli amministratori onesti che vogliono rispettare le regole. Mi aspettavo, dopo due case incendiate e tante minacce di morte, una sensibilità diversa da parte della politica che conta».

Si riferisce al ministro Alfano? «Sì a lui, perché da ministro dell’Interno ci aveva messo la faccia il 9 maggio del 2016, dopo il primo incendio alla mia casa. Allora disse: ‘È finito il tempo della politica che coccola gli abusivi, bisogna stare vicino a questo sindaco che fa il proprio dovere’».

E invece? «Invece mi hanno sfiduciato anche i suoi consiglieri. Allora o Alfano non riesce a incidere sulla linea politica dei consiglieri di Licata oppure la politica è ipocrita e va solo alla ricerca del consenso».

Chi le ha telefonato questa mattina? «Il presidente dell’Ars Ardizzone. Al quale ho detto, per la verità anche in modo sgarbato, che della solidarietà a posteriori non me ne faccio nulla perché ha perso la città e la gente perbene».

Torna a fare l’insegnante di matematica? “Sì, torno a scuola. I sette consiglieri comunali di Patto per Licata e Licata Futura, insieme ai due consiglieri del Pd che non hanno votato la sfiducia, sostengono che la mozione è basata sulle falsità. Quindi andrebbe impugnata perché non adeguatamente motivata».

VIDEO / L'intervento del sindaco a partire dal minuto 1:26:00

Dopo il commissariamento, si ricandida? «È presto per dirlo. Di sicuro ora sono sconfortato e amareggiato, ma c’è tanta gente che mi ha scritto e mi ha chiesto di non mollare. La verità è che 21 consiglieri non rappresentano anche la maggioranza di Licata».

Si sussurra di consiglieri coinvolti nell’abusivismo. «Alla base della sfiducia va esaminato il comportamento di alcuni di loro, qualcuno magari con un ordine di demolizione nel cassetto».

Coinvolti direttamente? «Ritengo di sì».

Un esponente politico locale vicino al Mpa di Lombardo, Carmelo Pullara, l’ha accusata di una sorta di caccia alle streghe, di elenchi in cui si inserivano consiglieri comunali che avevano solo parenti di terzo e quarto grado tra gli abusivi. «Pullara gestisce un gruppo di consiglieri di opposizione e si è già candidato alle prossime regionali. Sta utilizzando la mia testa come uno scalpo da mostrare agli abusivi e dire: ‘Ho mandato a casa chi ha demolito le vostre case. I voti sono più importanti della buona politica’».

Pd e M5S le hanno mandato qualche messaggio? «I consiglieri Pd non hanno votato la sfiducia, dal M5S finora neppure una telefonata». 

E sua moglie Irene come commenta? «E’ felice, potrò dedicarmi a mio figlio nato nove mesi fa».