Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, la svolta di Silvio su Marchini: ci giochiamo la partita

Un cambio di rotta ci voleva, dopo le gaffes di Bertolaso e gli attacchi di Salvini. Per contrastare ora la Meloni la carta come capolista è Alessandra Mussolini

Combo: Marchini e Bertolaso

Combo: Marchini e Bertolaso

Roma, 28 aprile 2016 - Ma come nasce la 'svolta' di Berlusconi e Forza Italia nelle agitate acque della campagna elettorale romana? Ecco il retroscena. Quando oggi a palazzo Grazioli sono arrivati i 'big' azzurri, era già tutto fatto. Ieri notte e poi questa mattina la trattativa su Marchini, con Berlusconi che ha chiesto a Bertolaso il famoso passo indietro. I sondaggi erano chiari: un cambiamento di rotta ci voleva, ma la decisione pare sia maturata dopo le gaffes di Bertolaso da una parte (l'ex capo della Protezione Civile si era detto disponibile a fare da assessore per una Giunta Giachetti o Raggi) e dopo le parole del leader leghista sulle aziende berlusconiane dall'altra.  "Non è vero che Renzi mi sta aiutando sulle mie aziende, la pubblicità cala, i conti vanno male. Un attacco assurdo", si è sfogato Berlusconi che, già sollecitato dal cosiddetto 'cerchio magico' e da Letta e Confalonieri, ha deciso così di convergere sull'ingegnere romano. 

Ora ci giochiamo la partita, avrebbe detto il Cav ai dirigenti di Forza Italia accorsi a palazzo Grazioli. E anche nel partito pro-Meloni, capitanato da Toti e Romani, molti hanno convenuto: Marchini come il male minore. Perché alcuni azzurri, a partire da Matteoli e Romani, sono stati sempre contrari alla 'foto di Bologna' con l'intenzione di ricostruire il centrodestra, "e non - spiega un esponente di FI - la destra-centro". Ma la delusione per la decisione di non ricompattare la coalizione c'è, così come il timore che la direzione impressa possa essere accolta male, "speriamo che i cittadini capiscano", dice il governatore della Liguria. 

Per contrastare ora la Meloni la carta come capolista è Alessandra Mussolini. In FI, inoltre, si riapre il confronto sulla linea da tenere nei confronti del governo. Nessun ritorno al Nazareno ma è chiaro, e lo spiegano anche i vertici azzurri, che con Marchini in campo "le opzioni aumentano". Anche quella di un ritorno al dialogo con il Pd di Renzi.  Un ritorno al centro del ring, quello del Cavaliere, con l'intenzione di dialogare con tutti. "Marchini - ha messo nero su bianco l'ex premier - era la nostra prima opzione. Non possimao permettere che i romai si trovino a scegleire tra la continuità della disastrosa gestione del Pe e l'avventurismo irresponsabile dei Cinque stelle".

L'augurio è che tutto il centro-destra - osserva il Cavaliere - possa riprendere un cammino comune. Perché ora si addensano le nubi anche sull'alleanza a Milano e sul resto del territorio mentre Ncd, Scelta civica e anche i verdiniani esultano, convinti che si possa intraprendere un percorso nuovo. A vincere in FI è stata l'ala guidata da Tajani, che per settimane ha ripetuto all'ex premier la necessità di non prestare il fianco al fronte lepenista. Ma a giocare un ruolo decisivo è stato anche il deterioramento dei rapporti personali tra Berlusconi e gli altri leader. Viene riferito da fonti azzurre che il Cavaliere invitò, invano, Salvini a vedere insieme Milan-Carpi. E neanche i ripetuti colloqui avuti con la Meloni hanno poi convinto del tutto l'ex presidente del Consiglio ad abbandonare la pista-Bertolaso. 

L'ex Capo della Protezione civile da sempre ha mantenuto i contatti con Marchini, non farà il suo city manager né il vice dell'ingenere romano, né tantomeno scenderà in politica. Anzi ai suoi interlocutori ha raccontato di aver deciso autonomamente, per far capire di non essere attaccato alla poltrona ma solo al bene di Roma. Di essersi tolto un peso. Meglio così, si è sfogato, ora vedremo se il problema ero io.