Giovedì 25 Aprile 2024

Deve risarcire chi violentò la figlia. "Sono disperato, ho finito i soldi"

Faenza: l'incredibile calvario di un padre. La ragazza morì suicida

Manifestazione contro la violenza sulle donne (Ansa)

Manifestazione contro la violenza sulle donne (Ansa)

Faenza, 12 settembre 2015 - Davide Zaccarelli pensava di aver toccato il fondo quando la figlia nel 2007 gli raccontò di essere stata molestata da un insegnante all’ex istituto d’arte Ballardini. Poi la ferita che non si rimargina, la condanna dell’imputato in sede penale ma, a sorpresa, la sconfitta della famiglia in sede civile, con un risarcimento da 40mila euro a favore del prof. Una storia culminata nella tragedia del suicidio della figlia. E ora Davide, a cui già viene detratto un quinto dello stipendio per pagare il processo civile perso, è stato contattato dall’avvocato del docente, che gli ha intimato di pagare altri 21mila euro entro 10 giorni, o l’ufficiale giudiziario verrà a casa sua a pignorare le sue cose.

Come siete finiti in questa situazione?

"A ottobre la Cassazione ha confermato la colpevolezza di Ezio Foschini e lo ha condannato a due anni e mezzo. Lui è nel carcere di Forlì, in una sezione riservata a chi è stato condannato per questo tipo di reato. Per avere il risarcimento ci siamo rivolti in sede civile, ma il prof è risultato nullatenente, per cui il giudice ci ha condannato a pagare 40mila euro tra spese processuali e ‘danni morali’. Ora mi viene detratto un quinto dello stipendio. Due giorni fa l’avvocato di Foschini per accelerare i tempi mi ha chiesto 21mila euro in dieci giorni o mi pignorerà dei beni".

E lei ha chiesto aiuto alla Rete.

"Sono un operaio e l’unico che percepisce regolarmente uno stipendio in casa: non ce la faccio da solo. Per questo un amico mi ha suggerito di lanciare una colletta pubblicando su Facebook un conto corrente a cui fare donazioni per aiutarmi. All’inizio non volevo, sono un tipo orgoglioso, ma non avevo altra scelta. Presto lancerò anche una petizione su Change.org. Vorrei che il caso fosse esaminato dal Consiglio superiore della magistratura e magari anche dalla Corte di Strasburgo".

Qual è stata la risposta della gente?

"Per ora non ho ancora ricevuto niente perché ho pubblicato l’iban poche ore fa, ma tanti mi sono stati vicini: colleghi, amici e avvocati che ci stanno seguendo con passione e senza gravarci troppo economicamente".

Dopo il suicidio di sua figlia avete avuto contatti col docente? Ha mai chiesto scusa?

"Assolutamente no. Lui a scuola era il classico insegnante belloccio, il prof amicone che faceva divertire gli alunni durante le ore di lezione. Questa è la scuola che dovrebbe formare i ragazzi ed essere un’eccellenza per la città…".

È una situazione molto pesante.

"Finora io e la mia famiglia siamo stati in silenzio: volevamo chiudere la cosa in tranquillità, ma questo è un accanimento. Abbiamo un bimbo piccolo, dobbiamo tutelare la sua tranquillità e la sua crescita. Tutto ciò che ho me lo sono guadagnato e ora questa richiesta di pagamento mi stupisce e ci mette davvero in grossa difficoltà".

E ora?

"Si cerca di andare avanti. Combattiamo per la memoria di nostra figlia, per la normalità della nostra famiglia e per ciò che ci siamo guadagnati".