Venerdì 26 Aprile 2024

Amanda Knox e quel bacio saffico in cella

La rivelazione: Leny mi faceva proposte sessuali, non l'ho più voluta vedere

Amanda Knox con il nuovo fidanzato (da Facebook)

Amanda Knox con il nuovo fidanzato (da Facebook)

Perugia. 17 febbraio 2017 -  Al liceo, negli States, disse che era "impopolare", "perché la gente nella mia scuola pensava che io fossi lesbica". A Perugia venne dipinta come una giovanissima "dea del sesso". Aveva vent’anni appena, allora. Nonostante fu Raffaele Sollecito, a sostenere in aula che fosse ‘impacciata’ a letto. Ma lei stessa elencò, nel diario dalla prigione, poi sequestrato, le storie di sesso avute nel soggiorno di studio in Umbria, prima di finire dietro le sbarre. E parlò anche dell’approccio sessuale fattole da una detenuta campana e delle avances di un agente di polizia penitenziaria.

Ora Amanda Knox, dopo dieci anni dal delitto che l’ha resa tristemente famosa, e dal quale è stata assolta, per sempre, si racconta ancora. In occasione di San Valentino, sull’americano Broadley, un sito del gruppo Vice che parla delle donne e le loro molteplici esperienze. Spiega ‘Com’è realmente una storia d’amore in prigione’. E ripercorre la sua amicizia con Leny (nome di fantasia) finita quando la donna le avrebbe dato un bacio senza permesso. Nell’articolo dice che si trattava di una giovane spacciatrice che aveva conosciuto dopo tre anni di detenzione. Quando ormai era chiaro anche a lei l’"ecosistema" del carcere.

"Lei era minuta, bassa, con un ventre pronunciato, capelli scuri. Ho capito che non era una minaccia per me". "Io ero cautamente amichevole – spiega la statunitense –. Abbiamo camminato lungo il perimetro assieme. Mi ha svelato la sua identità sessuale. Io le ho risposto che ero etero". "Posso farti cose che un uomo non sa fare" fu il successivo approccio della compagna di cella. Ma la Knox andò dritta per la sua strada: "Non è possibile cambiarmi".

L’amicizia tra le due – nata quasi per unire due solitudini, rispetto alle detenute che stavano in gruppo, si rompe: "Leny mi baciò – scrive Amanda –. Ho stretto i denti e ho fatto un mezzo sorriso, in bilico tra l’imbarazzo e la rabbia". Dopo quell’incontro non l’avrebbe più voluta vedere. Leny lascia il carcere. "Successivamente mi ha spedito un cd di musica jazz su cui c’era un messaggio scritto a penna ‘Ti amerò sempre, Leny’ – confessa ora Amanda – . Non ho mai risposto".

Nel racconto Amanda spiega che "molte (detenute, ndr) si identificavano colloquialmente eterosessuali, mentre erano ‘gay per il soggiorno’". "L’espressione ‘gay to stay’ – conclude la Knox – è una semplificazione eccessiva e insensibile che segnala una mancanza di comprensione su ciò che è davvero essere imprigionato, e una sottovalutazione della natura umana".