Giovedì 25 Aprile 2024

Bce, Pil Eurozona in rialzo. "Da immigrazione ampio contributo a ripresa"

Per l'istituto di Francoforte, inoltre, "l'aumento della forza lavoro è stato trainato dalla partecipazione femminile". Italia, "calo disoccupazione non significativo"

La Banca centrale europea (Ansa)

La Banca centrale europea (Ansa)

Roma, 21 settembre 2017 - La Bce rivede il Pil dell'Eurozona al rialzo del 2,2% per il 2017 e pone l'accento sul contributo positivo dei migranti nella ripresa, così come su quello delle donne nell'aumento della forza lavoro. L'Istituo di Francoforte analizza inoltre il mercato del lavoro in Italia: il tasso di disoccupazione, spiega, è in calo, ma non può essere definito un calo "significativo". La Bce, prendendo in considerazione tre parametri, spiega che l'Italia con la Slovenia, "non ne soddisfa nessuno" a differenza di Spagna, Portogallo, Irlanda, Cipro e Slovacchia. I tre parametri sono: il tasso di discesa della disoccupazione in 3 anni; la percentuale del calo della disoccupazione nel periodo, e il permanere dopo 5 anni di un tasso di disoccupazione più basso dell'iniziale.

IMMIGRAZIONE - Nella zona Euro, scrive l'istituto di Francoforte nel bollettino, "durante la ripresa l'immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Unione europea". La Bce spiega che "a sua volta, ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia". L'istituto sottolinea poi che "sebbene l'offerta di lavoro nell'area dell'euro stia continuando ad aumentare, negli ultimi dieci anni il suo tasso di crescita ha subito un rallentamento".

DONNE - "Proseguendo un trend di lungo periodo, l'aumento della forza lavoro durante la ripresa economica è stato trainato dalla partecipazione femminile", scive ancora la Bce nel bollettino, spiegando che tale aumento e il modo in cui tale partecipazione differisce da quella maschile "sono riconducibili in larga parte alle divergenze esistenti fra il livello di istruzione degli uomini e quello delle donne". Infatti "nella popolazione femminile in età lavorativa la percentuale di donne con un'istruzione terziaria è più elevata rispetto all'analoga percentuale fra gli uomini". L'Istituto di Francoforte precisa inoltre che la forza lavoro dell'area dell'euro "sta subendo un processo di invecchiamento e un numero sempre maggiore di individui rimane in attività lavorativa più a lungo".

PIL AL RIALZO - Le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate dagli esperti della Bce nel settembre 2017 prevedono una crescita del Pil in termini reali del 2,2% nel 2017, in rialzo rispetto all'esercizio condotto a giugno 2017. E dell'1,8% nel 2018, dell'1,7% nel 2019, prospettive pressoché invariate rispetto a quelle condotte in precedenza. "L'espansione economica, che ha accelerato oltre le attese nella prima metà del 2017, continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori", spiega la Banca centrale europea. Al tempo stesso "la recente volatilità del tasso di cambio rappresenta una fonte di incertezza da tenere sotto osservazione per le possibili implicazioni sulle prospettive a medio termine della stabilità dei prezzi. Le misure dell'inflazione di fondo hanno registrato un lieve aumento negli ultimi mesi, ma nel complesso rimangono su livelli contenuti. Di conseguenza, è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l'accumularsi graduale di spinte inflazionistiche e sostenere la dinamica dell'inflazione complessiva nel medio periodo. Il Consiglio direttivo ha pertanto mantenuto invariato l'orientamento di politica monetaria e deciderà in autunno riguardo alla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell'anno".  

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