Mercoledì 24 Aprile 2024

Alitalia, Gubitosi-Laghi-Paleari i commissari. Prestito da 600 milioni

Il Mise accoglie la richiesta di amministrazione straordinaria arrivata dall'azienda. Nessuna modifica ai voli

Roma, 2 maggio 2017 - Una giornata chiave per Alitalia. E per il suo futuro. Una giornata che sì è conclusa con l'annunciato commissariamento. Il consiglio di amministrazione dell'Alitalia, che si è riunito oggi dopo l'assemblea degli azionisti, "preso atto della grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, del venir meno del supporto dei soci e della impraticabilità, in tempi brevi, di soluzioni alternative, ha deciso all'unanimità di presentare l'istanza di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria come disposto dalla legge", si leggeva in una nota diffusa in mattinata dall'azienda. I voli dell'Alitalia "non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista", è stato fatto sapere inoltre nella nota.

I COMMISSARI - In serata il Mise (Ministero dello sviluppo economico) ha emanato il decreto con cui accoglie la richiesta e nomina un collegio di tre commissari che gestiranno l'amministrazione straordinaria della compagnia. Si tratta di Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Gubitosi, proveniente dalla Rai, si occuperà della gestione dell'azienda, Laghi dei rapporti con il Governo e della parte legale. Paleari, indicato dal Ministero dei trasporti, è professore universitario ed esperto di trasporto aereo, nonché presidente di Human Technopole.

"Un prestito a condizioni di mercato"

IL PRESTITO DA 600 MILIONI - "All'Alitalia sarà garantito un prestito ponte di 600 milioni per sei mesi", ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. E' "il massimo che si poteva prevedere e fare", ha continuato il ministro, spiegando che il prestito "è stato concesso a condizioni di mercato" con un tasso Euribor +1000 punti. Il mandato dato ai commissari per Alitalia "è ampio nello spettro ma limitato in termini temporali". Il titolare dello Sviluppo sottolinea che "possono lavorare con le banche per capire anche se è possibile una soluzione più vicina a una ristrutturazione e/o una soluzione di vendita". Un mandato limitato nel tempo, ha precisato Calenda, anche "per i limiti europei che sono molto cogenti".

I TEMPI STRETTISSIMI - Secondo la normativa i commissari straordinari devono presentare al ministero entro luglio o al massimo entro settembre (180 giorni prorogabili di altri 90) il programma di ristrutturazione che deve prevedere di soddisfare i creditori, eventualmente anche attraverso concordato. Il programma può anche essere rigettato dal ministero, in quel caso si converte in uno di cessione dei beni aziendali o, se non praticabile, in fallimento. Tra i poteri del ministero c'è anche quello di autorizzare operazioni di cessione e utilizzo dei beni.

DELRIO: NON E' COLPA DELLE LOW COST - "La nostra azione è mirata a lavorare su un piano industriale per permettere ad Alitalia di trovare soci capaci di investire e sanare debolezze storiche che non dipendono dalla presenza delle low cost ma strategie sbagliate sul mercato che è continuato a crescere. Siamo convinti che il mercato potrà trovare investitori interessati e lo Stato farà la sua parte". Così il ministro Graziano Delrio, che aggiunge: "ll mercato ha continuato a crescere e continuerà a crescere, siamo convinti che il mercato potrà trovare investitori interessati e per questo lo Stato farà la sua parte per rilanciare un'azienda così importante".

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LE MOTIVAZIONI DEL CDA - "I soci italiani ed Etihad, convinti del potenziale di crescita dell'azienda, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro, attraverso forti investimenti e una riduzione dei costi strutturali che, per due terzi, non erano relativi al costo del personale - spiegava ancora questa mattina il comunicato del Cda aziendale -. I soci avevano condizionato la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali, venuto meno con l'esito del referendum dei dipendenti". Rammaricati, "abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per supportare Alitalia in qualità di azionista di minoranza, ma è chiaro che la compagnia ha bisogno di una ristrutturazione profonda e su vasta scala per sopravvivere e crescere in futuro", ha affermato James Hogan, numero uno di Etihad, precisando che "senza il supporto di tutti gli stakeholder a questo processo di ristrutturazione, non potremo continuare ad investire. Per questo, appoggiamo la decisione del cda di richiedere l'ammissione all'amministrazione straordinaria".

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