Mercoledì 24 Aprile 2024

Tutti contro Giovannino

TUTTI contro Guareschi. Sembra il titolo di una pellicola anni Settanta: rileggendo la vita di Giovannino è la realtà. L’Oscar negato non è che uno dei tanti episodi che andrebbero approfonditi con maggiore attenzione. Spesso si cita la condanna seguita alla querela per diffamazione intentata da De Gasperi. Giovannino scontò nel penitenziario di Parma tutti i giorni di carcere che gli erano stati inflitti. Guareschi aveva pubblicato alcune lettere su «Candido», attribuendole ad Alcide De Gasperi. Le lettere, si lesse nella sentenza del Tribunale, erano false. Impossibile oggi dimostrare il contrario, perché lo stesso Tribunale le fece distruggere. Documenti che erano stati considerati autentici, e come tali certificati, dal perito Focaccia. Non uno qualunque: era il perito di riferimento del tribunale di Milano. Restano poi almeno un dubbio e un discorso di etica. Il dubbio è legato al fatto che, nel periodo del processo, casa Guareschi è oggetto delle attenzioni di misteriosi ladri. Che entrano nell’abitazione milanese, senza rubare nulla: cercavano quelle lettere messe al sicuro da un’altra parte? De Gasperi, poi, viene assistito nel processo dallo stesso legale che, qualche anno prima, aveva difeso Giovannino, condannato come direttore responsabile di «Candido» per la pubblicazione di una vignetta (non sua) considerata oltraggiosa nei confronti del presidente della Repubblica, Luigi Einaudi.

GIOVANNINO viene messo all’indice. Ignorando, per esempio, che Giovanni XXIII aveva pensato a lui per la realizzazione di un catechismo per fanciulli. Anche qui, polemiche e smentite. E che dire, poi, delle accuse, una volta passato a miglior vita, di essere stato fascista? Dimenticando un piccolo particolare: dal settembre 1943 all’agosto 1945 Giovannino vaga in Europa, da un campo di internamento all’altro. Come ufficiale del Regio Esercito viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre. Più volte gli viene offerta l’opportunità di rientrare in Italia, per dirigere un giornale legato alla Repubblica di Salò. Guareschi, monarchico convinto (questo lo si può affermare senza essere smentiti), dice no. Restando in un campo di internati senza mai vedere, per due anni, la figlia Carlotta, nata nel novembre 1943. Patendo la fame e passando da 85 a 45 chili di peso. Aspetti della sua vita piuttosto noti. Ma che tanti, per fortuna non i suoi fedeli lettori, dimenticano di menzionare.