Giovedì 9 Maggio 2024

Dichiarazione di Roma, firmano tutti i 27. Capitale blindata. Tensione al corteo Eurostop

I 60 anni dei Trattati di Roma: i leader in Campidoglio. Il premier Gentiloni: "Quella scelta ebbe successo: eravamo 6, siamo 27". Quattro cortei di protesta anti-Ue, 5mila agenti. Trovati scudi e spranghe

Trattati di Roma, la foto di gruppo in Campidoglio (Afp)

Trattati di Roma, la foto di gruppo in Campidoglio (Afp)

Roma, 25 marzo 2017 - Dopo una lunga trattativa, i leader dell'Unione europea riuniti oggi in Campidoglio a Roma per celebrare il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma hanno firmato tutti la Dichiarazione di Roma (TESTO). E' stato necessario chiedere l'autorizzazione a Bruxelles per trasportare la teca che contiene il documento firmato nel 1957 da Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Dal ministero degli Esteri è approdata al Campidoglio, per ricordare quei trattati che istituirono e disciplinarono, rispettivamente la Comunità economica europea e la Comunità europea dell'energia atomica. La nuova dichiarazione di Roma ricalca quell'evento, fermo restando che la cerimonia si è tenuta tra rigidi controlli e gli occhi attenti delle forze dell'ordine, mentre allora - quando non c'era il pericolo del terrorismo - la piazza era gremita di cittadini. Momenti di tensione al corteo Eurostop, 120 bloccati.

FOTOGALLERY Unione Europea, i cortei pro e contro

FOTO Celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma

"Una splendida ossessione: non dividere ma unire"

GENTILONI - "Prima che la guerra finisse - ha affermato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in Campidoglio - le Nazioni d'Europa avviarono un cammino di ricostruzione e di pace. Ma le strade sarebbero rimaste separate per molto tempo. In quell'Europa divisa gli statisti iniziarono a costruire un'unione di pace e di progresso accomunati da una splendida ossessione: non dividere ma unire, cooperare per il bene di ciascuno. Si ritrovarono a compere la scelta più antica, quella fra il bene e il male, e dopo due guerre mondiali, goli europei scelsero il bene".

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"Oggi - ha continuato Gentiloni - celebriamo la tenacia e l'intelligenza dei nostri padri fondatori, e il successo di quella scelta la offre il colpo d'occhio di questa sala, eravamo 6 e siamo 27. La storia è tutt'altro che finita. Abbiamo imparato la lezione: l'Unione sceglie di ripartire e ha un orizzonte per farlo nei prossimi 10 anni. Abbiamo la forza per ripartire, è la storia che ce lo dice. La nostra forza è che abbiamo saputo convivere con le diversità. Abbiamo la forza delle nostre leggi, della società aperta, del valore che atribuiamo a i dititti umani. Ma dobbiamo ridare fiducia ai nostri concittadini, attraverso la crescita, gli investimenti, le politiche migratore comuni, gli impegni per la sicuirezza e la difesa".

"Lunga vita alla nostra Unione europea", sono state le parole con cui il premier ha concluso il suo discorso. 

JUNCKER - "Mio padre e tre dei suoi fratelli sono stati reclutati dai nazisti contro la loro volontà - ha ricordato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker -. Chi ci crediamo di essere quando ci rifiutiamo di ricordare quanto hanno fatto quelle generazioni a favore della pace? Dovremmo essere orgogliosi di ciò che siamo riusciti a raggiungere in Europa, dotando il Continente di una pace durevole, una moneta unica, nessuno e neanche noi stessi pensavamo di esseere in grado di farlo, abbiamo stabilito il mercato unico più grande del mondo. Abbiamo riunito la storia e la geografia europea". "Abbiamo fatto tutto questo - ha continuato Juncker - con la pazienza, la volontà e ladeterminazione di cui hanno bisogno i percorsi lunghi e le grandi ambizioni. Ora - ha concluso - vado a firmare la Dichiarazione di Roma con la penna di una volta, utilizzata nel 1957. Vi sono delle firme che durano a lungo".

Gli interventi integrali

MATTARELLA - "In Campidoglio - ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo i leader europei al Quirinale -, avete adottato una Dichiarazione impegnativa che disegna il percorso da seguire per ridare slancio alla nostra Unione. Una Dichiarazione che ribadisce, senza infingimenti, come il nostro futuro si identifichi con il nostro essere, insieme, Europa e si muova nella direzione indicata dagli scenari più ambiziosi tracciati nel recente Libro Bianco della Commissione e nel segno dei valori più autentici alla base del percorso di integrazione.

"Le prove che l'Unione Europea è già oggi chiamata ad affrontare pongono con forza l'esigenza di rilanciare l'obiettivo, ineludibile, di riforma dei Trattati", ha continuato il Capo dello Stato. "La discussione per metter mano a una revisione dei Trattati non sarà semplice, ma quel che emerge dalla Dichiarazione di oggi è che inizia una 'fase costituente', che mi auguro feconda, arricchita dalla diversità di opzioni e, comunque, da unità di intenti che gli Stati membri sapranno certamente portare al cantiere comune", ha concluso Mattarella.

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IL TESTO - I leader dei Ventisette hanno firmato una dichiarazione congiunta frutto però di divisione e diktat di Paesi, Polonia e Grecia, in primis, che hanno preteso modifiche al testo prima di garantire il proprio placet. Questi i punti chiave della bozza finale del testo: la Grecia ha ottenuto che nel testo venisse inserita una citazione della difesa dei diritti sociali europei che non appariva nel testo del 16 marzo. Su richiesta di Atene appare un virgolettato che sottolinea come l'Ue non sia solo "una grande potenza economica" ma una con un "livello senza pari di protezione sociale e welfare". Nella dichiarazione è stata aggiunta la parola "insieme" al paragrafo sulle "sfide senza precedenti" che l'Ue deve affrontare, "in un mondo che cambia rapidamente". Sull'Ue a più velocità, il nodo più controverso delle ultime settimane, su cui in particolare la Polonia si oppone temendo che Francia e Germania, forti del loro peso, pieghino al loro volere gli altri Paesi, nel testo dopo la dichiarazione "l'unità è sia una necessità che una nostra libera scelta e agiremo insieme, con diverse velocità e intensità dove necessario" si aggiunge "continuando a muoverci nella stessa direzione, come abbiamo fatto in passato". Sul dossier più scottante, i migranti è stata tolta la parola "umana" quando si parla "della politica migratoria efficiente, responsabile e sostenibile".