Venerdì 26 Aprile 2024

Taranto, carabiniere uccide sorella, padre e cognato. Poi si spara

Lite familiare finisce in tragedia a Sava

Taranto, forze dell'ordine sul luogo della tragedia (Ansa)

Taranto, forze dell'ordine sul luogo della tragedia (Ansa)

Taranto, 18 novembre 2017 - Lite familiare finisce in tragedia a Sava (Taranto). Un carabiniere di 53 anni, Raffaele Pesare, ha ucciso a colpi di pistola la sorella, il cognato e il padre. Poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è sparato. Il militare, in servizio al Radiomobile, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Giannuzzi di Manduria, ma non sarebbe in pericolo di vita.  Il fatto è accaduto in un appartamento di via Giulio Cesare, nelle vicinanze del Municipio, dove vivevano la sorella e il padre del carabiniere. Dalle prime informazioni, sembra che si sia trattato di un tragico epilogo a una discussione nata in famiglia. Fra le ipotesi all'origine della violenta lite, quella dei motivi patrimonali, in particolare legati a una successione e alla gestione in comune di un terreno agricolo - di proprietà del padre del militare - da parte dell'autore della strage e il cognato, Salvatore Bisci, detto Toruccio. A dare l'allarme alcuni vicini che avevano udito i colpi di pistola. 

Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno bloccato l'accesso alla strada. Arrivato sul luogo della tragedia anche il sindaco di Sava, Dario Iaia.  "Siamo sconvolti - ha detto il primo cittadino -. Non avremmo mai potuto immaginare che potesse accadere una cosa del genere. Si tratta di una famiglia assolutamente perbene".

"HO FATTO UNA CAZZATA" -  Quando il 118 è arrivato nell'appartamento di via Giulio Cesare, Pesare era accasciato su una sedia. Era ferito, perdeva sangue dal volto, all'altezza del naso. Un infermiere l'ha subito soccorso, ma si è reso conto che quella non era una ferita banale ma provocata da un colpo d'arma da fuoco. "Ho fatto una cazzata" ha sussurrato con un fil di voce all'infermiere l'appuntato 53enne, quando è stato colpito da arresto cardiaco. Trasportato in ospedale, non sarebbe in pericolo di vita.