Giovedì 25 Aprile 2024

"Basta souvenir con Mussolini". Sindaci Pd, lite nelle terre del Duce

Predappio replica a Rimini: "Noi conserviamo la memoria storica"

La tomba di Benito Mussolini a Predappio

La tomba di Benito Mussolini a Predappio

Predappio (Forlì), 19 luglio 2015 - IL SINDACO di Rimini, Andrea Gnassi del Pd, chiede ai parlamentari del suo partito di presentare un emendamento alla legge Scelba del 1952 sul reato di apologia di ricostituzione del partito fascista, «per combattere i gadget nazisti e fascisti e chi li vende». Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti (sempre del Pd), ribatte che "quella è una battaglia persa, perché il problema non è legale e formale, ma culturale". Due sindaci romagnoli e dello stesso partito in contrapposizione? Vediamo da dove nasce la polemica.

Il caso è stato sollevato nei giorni scorsi su queste colonne da due turisti ebrei americani in vacanza sulla Riviera romagnola, scandalizzati dalle effigi di Mussolini e Hitler su bottiglie di vino in vendita in un negozio di Rimini. Il problema è stato ripreso anchein consiglio comunale e così il primo cittadino ha cercato di difendere l’immagine della sua città «medaglia d’oro al valor civile», invocando il pugno di ferro ed emendamenti restrittivi alla legge Scelba.

Ribatte però il primo cittadino di Predappio, terra natale di Benito Mussolini: "Non si ricostituisce il partito fascista vendendo bottiglie di vino con l’immagine di Mussolini, perché il problema non è vietare o punire con leggi nuove, ma è culturale. Si tratta di affrontare in modo critico la memoria e la storia del Ventennio fascista, senza averne paura, come stiamo facendo a Predappio da almeno una ventina d’anni, da quando cioè esistono nella nostra cittadina tre negozi commerciali di gadget mussoliniani. Allora anche noi facemmo interpellanze in consiglio comunale o in parlamento, tramite i nostri rappresentanti, ma senza alcun risultato. Quella dell’inasprimento della legge e delle punizioni è una battaglia persa, imparandolo sulla nostra pelle e con l’esperienza pluridecennale".

Ecco allora che a Predappio, dove si calcola che arrivino ogni anno oltre centomila nostalgici "in pellegrinaggio sulla tomba del Duce", anche l’amministrazione comunale di sinistra ha cambiato registro, come spiega il sindaco: «Da anni a Predappio abbiamo smesso di avere paura nei fatti. La casa natale di Mussolini è diventata la sede di un museo per mostre e incontri sul Ventennio (vedi l’ultima mostra su Mussolini giovane) e nell’ex Casa del Fascio vorremmo aprire un Centro studi sulla storia dei totalitarismi del primo Novecento in Europa. La battaglia giusta è quella culturale: recuperare la memoria, studiare la storia col metodo dell’analisi critica e rigorosa, e non avere paura della storia, che va studiata, mai negata».

La convivenza a Predappio coi tre negozi di gadget mussoliniani è ormai un dato di fatto. Conclude in modo polemico anche col suo partito il sindaco di Predappio: «Il problema del fascismo è stato volutamente dimenticato per troppo tempo in Italia, anche dalla sinistra italiana, che ha fatto l’errore di lasciare sola Predappio ad affrontare il problema. Ma noi, con orgoglio, abbiamo capito prima di altri che il problema è culturale e non legato a un’etichetta in una bottiglia di vino, senza ignorare il valore dei simboli».