Lunedì 20 Maggio 2024

Bce, allarme sui conti dell'Italia Draghi: seguite la ricetta di Madrid

Elena Comelli MILANO SERVONO investimenti, per rilanciare l’economia europea. Occorre fare come la Spagna, «un esempio incoraggiante» di come «le migliori pratiche nell’area dell’euro sulle riforme» diano frutti. Parola di Mario Draghi, che ha concluso ieri sera a Milano il seminario Eurofi, che ha preceduto le riunioni informali di Eurogruppo ed Ecofin di oggi e domani. Draghi ha promosso la ricetta di Madrid, sottolineando come si preveda «che la Spagna registri una ripresa degli investimenti vigorosa nei prossimi due anni per le riforme favorevoli alle imprese e la riduzione delle imposte sui redditi delle persone fisiche e delle società». «Non c’è stimolo monetario che tenga se non affiancato dalle giuste politiche strutturali», ha ribadito il numero uno della Bce, richiamando un messaggio già lanciato la scorsa settimana, dopo che il direttorio Bce aveva deciso nuove misure espansive. Il concetto è chiaro: le misure espansive servono a poco se manca un contesto in cui l’economia possa prosperare. E questo richiede politiche strutturali «atte a promuovere la crescita potenziale e a infondere fiducia», ha proseguito Draghi, suggerendo di agire su due livelli. Il primo è «il contesto regolamentare, più favorevole alla crescita economica». Il secondo consiste nel migliorare l’accesso a fonti di finanziamento a favore delle imprese, diversificandole, e al tempo stesso creare una unione dei mercati dei capitali, come auspicato del nuovo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. SULLA STESSA linea il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, secondo cui si potrebbe fare di meglio, applicando un migliore coordinamento fra le politiche nazionali e quelle dell’Unione. È quello che Padoan andrà a sostenere all’Ecofin, cercando di concordare con i partner europei una serie di punti fissi comuni: oltre alle riforme e agli investimenti che dovrebbero avere una regia europea, il ministro vorrebbe indicare l’importanza cruciale della «credibilità delle politiche» nazionali e puntare alla creazione di un fondo europeo per sfruttare al massimo l’effetto leva delle risorse della Bei e della banche d’investimento nazionali. Ma Padoan non avrà la vita facile di fronte ai partner europei:anche ieri il bollettino mensile della Bce ha messo in evidenza che l’Italia rischia di non raggiungere «il target di deficit rispetto al Pil nel 2014, previsto al 2,6%, soprattutto alla luce di un andamento congiunturale peggiore del previsto». Secondo l’Eurotower «è importante che l’Italia rafforzi ulteriormente la posizione di politica fiscale, così da adempiere alle norme del Patto di stabilità e di crescita». Le ansie di Francoforte sono confermate dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco: «Le prospettive di crescita restano contenute», ha detto nel discorso inaugurale dell’Eurofi. Di certo, ha precisato Visco, «un rafforzamento sostanziale della ripresa in Europa, quello che porta ad una via d’uscita definitiva dalla crisi, non può essere raggiunto da azioni isolate delle autorità di politica economica».