Giovedì 25 Aprile 2024

Asilo degli orrori, maestra accusata di favoreggiamento: "Sapeva dei maltrattamenti"

Processo, le testimonianze choc di quattro ex operatrici della struttura per bambini di Conselice

Asilo nido (foto di repertorio)

Asilo nido (foto di repertorio)

Conselice (Ravenna), 13 novembre 2014 - «Quell'asilo era un inferno. Se un bambino era un po’ piagnucoloso veniva massacrato. Ho visto bambini insultati, presi a schiaffi e strattonati, ‘tirati’ per i capelli, isolati in stanze al buio. E anche peggio». E’ il passaggio di una testimonianza al processo nei confronti della maestra Alba Alberti, 59 anni. Si tratta di una ‘costola’ della vicenda che esplose nell’inverno 2010-2011 con l’arresto di due maestre — Monica Medri e Michela Brunetti — allora in servizio all’asilo ‘Mazzanti’ di Conselice, accusate di maltrattamenti a una ventina di bimbi.

In gennaio la Medri è stata condannata a 3 anni e 2 mesi; un anno e 8 mesi la pena inflitta nella stessa occasione a una terza maestra, Aba Nigro, il cui ruolo era emerso successivamente. Poi, in giugno, Michela Brunetti ha patteggiato un anno e 8 mesi. Alba Alberti, che all’asilo era referente diretta del Comune di Conselice (ora parte civile), non ha avuto nulla a che fare con i maltrattamenti. E’ invece accusata di favoreggiamento: le è contestato di aver negato, sia con il Comune, sia con la polizia giudiziaria, di essere stata al corrente dei maltrattamenti quando invece, per l’accusa, ne era bene a conoscenza. 

Una storia terribile, quella che emerge ogni qual volta vengano ricostruite le vicende di quegli anni (2007-2010) all’asilo conselicese. Una storia di maltrattamenti difficilmente immaginabili, ma anche di silenzi. Tutte le operatrici ascoltate ieri sono state di una chiarezza esemplare nel ricostruire gli orrori di cui i bambini furono vittime, ma sono state anche unanimi nell’affermare, pur con sfumature diverse, che molti ‘sapevano’, ma non intervenivano. «Bisognava stare buone e zitte — ha riferito una —. I maltrattamenti erano pressochè quotidiani e avvenivano anche negli spazi comuni. Io riferii alla Alberti ciò che avevo visto, con tanto di dettagli». «La Medri metteva molta soggezione — ha ricordato un’altra — ed era molto stimata in cooperativa (la Zerocento, alla quale era legata da rapporto di lavoro, a sua volta costituita parte civile, ndr). La Alberti ha sicuramente assistito a episodi in cui i bambini venivano strattonati e insultati, non so se anche ad altro. Una volta le parlai del mio disagio per ciò che vedevo; disse che anche lei vedeva, ma non poteva farci nulla».

Ancora più pesante, se possibile, la testimonianza di un’ausiliaria: «I bimbi che piangevano venivano rinchiusi nello stanzino dei prodotti per le pulizie, oppure in cucina. Riferivo sempre alla Alberti ciò che vedevo, ma le cose non cambiavano. C’era chi faceva di tutto per farsi trasferire. Quando il Comune di Conselice avviò accertamenti, chiesi: perchè non mi avete chiamato prima? Mi fu risposto che non ci si rapportava con chi dava solo lo straccio al pavimento». L’udienza è proseguita con le testimonianze della madre di uno dei piccoli maltrattati e della psicologa-psicoterapeuta che l’ha assistito.

«Mentre giocava — ha ricordato la mamma — improvvisamente restava fisso con lo sguardo nel vuoto, si ‘risvegliava’ solo andandogli vicino e chiamandolo». «Si tratta di ‘assenze’ molto gravi — ha aggiunto la professionista — perchè sono episodi di scollegamento pre-psicotici».Il processo — giudice Corrado Schiaretti, pm Stefano Stargiotti — proseguirà la prossima settimana, quando saranno ascoltati i testi della difesa. Poi, a fine mese, la discussione. L’imputata è difesa dagli avvocati Giacomo Foschini e Antonio Penserino.