LEO TURRINI
«EFFETTIVAMENTE il miliardario saudita, quando mi vede al volante, fa una strana faccia! Ma poi si adatta alla situazione e chissà che l’insolita esperienza non lo spinga a cambiare le abitudini del suo Paese…».
Quella di Alessandra Neri, romagnola ventiseienne di Bertinoro, è una storia affascinante. Laureata in design industriale, è la prima donna in Italia a esercitare le mansioni di istruttore di guida sicura e sportiva. Per capirci: tocca a lei, per conto della scuola Cigs dell’ex campione di F1 Andrea De Adamich, insegnare i segreti della velocità ai patiti di marchi come la Ferrari, la Maserati, l’Alfa Romeo.
«Le corse sono state sempre nel mio Dna – racconta Alessandra – Da bambina gareggiavo nei kart, poi con le Gran Turismo ho vinto in Italia e all’estero».
E come arriviamo agli allievi sceicchi?
«Sapevo dell’esistenza di queste scuole di pilotaggio. Finita l’Università ho spedito in giro il curriculum. De Adamich, che è stato un grande dell’automobilismo, mi ha sottoposta a un test e ha dato l’ok. Così ho cominciato a insegnare. Agli arabi, ma anche ai cinesi, ai russi, agli americani».
Gli emiri malati di Ferrari come l’hanno presa?
«Beh, sono persone molto educate, molto gentili. È chiaro che all’inizio restano vagamente perplessi, andare a lezione da una donna magari li sorprende. Ma dopo un giro capiscono che possono fidarsi».
Dopo un giro?
«Sì, perché li faccio salire accanto a me su una macchina del Cavallino e metto in moto, le curve della pista di Fiorano sono una esperienza stimolante…».
Nel caso specifico, sono anche un piccolo fatto di costume.
«Eh, i pregiudizi sono sempre duri a morire. Quando io ero bambina anche in Italia si sentiva la classica frase: donna al volante pericolo costante. Ci siamo evoluti noi, cambieranno anche nelle altre zone del pianeta».
E come sono i complimenti degli sceicchi, alla fine?
«Finora nessuno si è lamentato. In generale, gli appassionati di un certo tipo di vetture sono molto scrupolosi e qui non c’entra il passaporto, la provenienza. Superato lo choc iniziale, si concentrano sull’apprendimento».
Lei è un giudice severo?
«Cerco di trasmettere una consapevolezza semplice, quasi banale: con le auto di gran classe ci si può divertire, ma bisogna sempre rispettarle, mettendo al primo posto la sicurezza».
Alessandra, ma in Italia guidano meglio i maschi o le femmine?
«Che domanda! Lei ce l’ha presente lo spot di Claudia Schiffer che fa vedere a un uomo quanto sia brava al volante?».
Ce l’ho presente, ma la Schiffer è tedesca.
«Beh, le italiane sono come Claudia: voi maschietti, nel traffico o in autostrada, non siete più alla nostra altezza…».