Domenica 6 Ottobre 2024

Sfidati i limiti del cervello, accetta un terzo braccio robotico

Può controllarlo grazie alla respirazione

Il cervello di individui sani è in grado di accettare e controllare un terzo braccio robotico: è possibile grazie alla respirazione, più precisamente grazie ai movimenti del diaframma, senza ostacolare il controllo del resto del corpo. Il risultato, ottenuto grazie ad uno studio che ha sfidato i limiti del sistema nervoso umano, è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics da un gruppo internazionale di ricercatori guidato dal Politecnico Federale svizzero di Losanna, con il contributo anche della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Il successo dell'esperimento apre la strada a nuove soluzioni per persone con disabilità e per la riabilitazione, ad esempio dopo un ictus. "La motivazione principale di questo studio è la comprensione del sistema nervoso", spiega Silvestro Micera di Epfl e Scuola Sant'Anna, coordinatore dello studio che vede come prima autrice Giulia Dominijanni. "Se si sfida il cervello a fare qualcosa di completamente nuovo - prosegue Micera - si può imparare a capire se è in grado di farlo". Aggiunge Solaiman Shokur dell'Epfl, co-autore della ricerca: "Abbiamo dimostrato che il cervello umano può adattarsi a coordinare nuovi arti in tandem con quelli biologici". L'esperimento si è svolto inizialmente in un ambiente virtuale: i partecipanti erano dotati di una cintura che misura il movimento del diaframma e di una cuffia per la realtà virtuale, che consentiva di visualizzare il terzo braccio tra il destro ed il sinistro, dotato di una mano simmetrica a sei dita. "Abbiamo reso questa mano simmetrica per evitare qualsiasi pregiudizio verso la mano destra o sinistra", commenta Dominijanni. "Il controllo tramite diaframma del terzo braccio è in realtà molto intuitivo - dice ancora la ricercatrice - e chi ha partecipato alla sperimentazione ha imparato a controllare l'arto aggiuntivo molto rapidamente". Il test è poi proseguito anche nel mondo reale, dove le persone hanno dimostrato di poter utilizzare una versione molto semplificata di un braccio robotico.