Per la seconda volta in due anni i cileni rifiutano l'adozione di una nuova Costituzione. Il 'No' al referendum ha vinto con oltre il 55% delle preferenze. Il Cile mantiene dunque in vigore la costituzione elaborata nel corso della dittatura militare di Augusto Pinochet. Dopo il fallito referendum di settembre 2022 - quando la popolazione aveva rifiutato con il 61,9% dei voti la proposta elaborata dalla Convenzione costituzionale a maggioranza progressista - i cileni hanno decretato il fallimento anche della proposta di Carta elaborata dal Consiglio costituzionale a maggioranza di destra. Il voto chiude un turbolento periodo della storia cilena recente lungo 1.500 giorni e - come già annunciato da tutte le forze politiche del Paese - non ci sarà un nuovo processo costituente. Il comitato per il 'Si' ha riconosciuto immediatamente la sconfitta. Quando lo scrutinio non aveva ancora raggiunto un terzo delle sezioni, il senatore dell'Unione democratica indipendente (Udi), Javier Macaya, in una breve dichiarazione ha affermato che "i cileni sono stanchi del dibattito sul processo costituzionale. Discorso chiuso. Tutti vogliono superare questa fase e dedicarsi alle necessità della popolazione. Andiamo a dormire tranquilli". Il comitato per il "Sì" ha invece atteso i risultati definitivi per esprimersi. In una dichiarazione alla stampa, la presidente del Partito socialista Paulina Vodanovic ha affermato che "il popolo ha espresso con chiarezza la sua posizione". "Non ci sarà un nuovo processo costituzionale, a partire da domani lavoreremo per sintonizzare l'agenda del Cile reale all'attività politica, offrendo risposte alle principali esigenze: sicurezza, salute, lavoro e pensioni", ha concluso.
Ultima oraReferendum Costituzione in Cile, il 'No' trionfa con oltre 55%