Venerdì 19 Aprile 2024

Cultura dello smart working: 3 capisaldi da non dimenticare

Molto più di una modalità di lavoro, ma una vera e propria filosofia manageriale.

Cultura dello smartworking: 3 capisaldi da non dimenticare

Cultura dello smartworking: 3 capisaldi da non dimenticare

Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “lo Smart working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

Smart working, la rivoluzione della filosofia manageriale

Il concetto dello smartworking non è chiaro a tutti subito, proprio perché tramite questo fenomeno viene completamente rivoluzionato il modo “classico” di lavorare. Il Lavoro Agile non esige solo una buona connessione Internet e dispositivi in grado di supportare software e piattaforme specifiche, ma richiede soprattutto al lavoratore flessibilità, dandogli in cambio libertà nella scelta degli spazi e degli orari. 

Essendo un fenomeno in costante aumento ma ancora confuso con il telelavoro, è importante conoscere a fondo i capisaldi che reggono lo smartworking: strumenti, spazi e tecnologie.

Strumenti

Il 40% delle funzioni lavorative presenti nelle aziende è potenzialmente smart, ma in realtà solo l’1% applica effettivamente questa modalità. A fronte di un 67% di aziende “interessate”, soltanto un 8% impronta l’organizzazione del lavoro secondo questo modello. E ancora più scarsa la consapevolezza tra i professionisti, che solo nel 20% dei casi si dichiarano pronti a lavorare in smartworking.

Per questo, un tipo di lavoro così innovativo richiede persone smart, capaci di lavorare in un contesto organizzativo innovativo, che riconosce flessibilità, libertà di scelta e responsabilità. Un cambiamento soprattutto culturale: lo Smartworking cambia i rapporti fra colleghi e fra il capo e la sua squadra, con il passaggio da un modello di controllo a uno basato sulla valutazione dei risultati. Le parole chiave: fiducia, responsabilità.

Spazi

Se l’ufficio resta il luogo d’incontro dove prevedere strutture adeguate e la casa può essere il luogo alternativo per una serie di attività quotidiane (se dotata delle necessarie tecnologie), l’ideale sarebbe puntare su spazi cittadini con uffici e postazioni in co-working, in ambienti tecnologicamente adeguati (isole digitali, wi-fi libero).

Tecnologie

I paradigmi fondamentali sono lavorare a distanza e accessibilità dei dati da qualsiasi device e sistema operativo. Le parole chiave: mobilità (in chiave Bring Your Own Device) e collaborazione (chat, strumenti di condivisione…) visto che il 70% dei dati aziendali riguarda posta elettronica, calendario, contatti, attività (to do list, resoconto giornata…) e note, ovvero tutti strumenti che sottintendono la condivisione. 

Fondamentale è anche la sincronizzazione, ovvero la possibilità di inserire una volta sola i dati (da condividere attraverso server su tutti i pc e i device), senza perdere di vista la sicurezza.

Il ricorso a tecnologie smart, in sintesi, si deve tradurre in soluzioni Cloud o SaaS, applicativi accessibili da qualsiasi browser, protocolli di riservatezza e sicurezza, standard di compatibilità, strumenti di backup, disaster recovery e consulenza per la facilità d’uso.

Differenze telelavoro e smart working

Sebbene siano ancora due concetti che la gente tende a confondere, telelavoro e Smartworking non possono essere utilizzati come sinonimi. I due concetti, infatti, si distinguono per alcune differenze importanti.

Il primo prevede una postazione remota fissa, dalla quale il lavoratore effettua sempre la sua prestazione, mentre il secondo coniuga lavoro da remoto e piena libertà di scelta su sede, strumenti e connettività.