Martedì 22 Luglio 2025
JESSICA CASTAGLIUOLO
Tech

Milano, apre Scientific Tech House: "Robotica sociale, una rivoluzione"

La Ceo Bagnoli: "Dalle scuole agli ospedali, tecnologia per le persone. Qui le aziende toccano l’innovazione"

La Ceo Bagnoli: "Dalle scuole agli ospedali, tecnologia per le persone. Qui le aziende toccano l’innovazione"

La Ceo Bagnoli: "Dalle scuole agli ospedali, tecnologia per le persone. Qui le aziende toccano l’innovazione"

Corso Vittorio Emanuele II, duecento metri dal Duomo. Ha inaugurato ieri a Milano “Scientific Tech House“, uno spazio espositivo permanente di 700 metri quadrati, primo in Europa, dedicato alla consulenza di prodotti di robotica sociale.

Luisa Bagnoli, ceo di Scientific Tech House, cosa si intende per “robotica sociale”?

"Rappresenta una rivoluzione rispetto alla robotica collaborativa, che finora ha dominato il settore, con i cosiddetti “cobot“ – bracci robotici – impiegati principalmente nella manifattura. La robotica sociale non si limita all’azienda, ma incide direttamente nella vita quotidiana dell’essere umano, in ambiti come gli ospedali o le scuole, dove andranno ad “aumentare“ l’essere umano, non a sostituirlo".

E come si fa?

"È una vera e propria “challenge“. Prendiamo il caso dei medici: se l’intelligenza artificiale e i robot possono comunicare diagnosi (come quelle di Tac o radiografie) in modo altrettanto efficace e veloce, magari anche a domicilio, allora il medico del futuro dovrà dedicarsi al “caring“, all’ascolto profondo, alle domande aperte".

Esiste una maturità tecnologica e culturale per questa trasformazione?

"La maturità tecnologica è già strabordante, siamo molto avanti. Molte aziende falliscono perché l’ecosistema non è pronto ad accoglierle. Per questo esistiamo noi: per facilitare l’informazione".

L’apertura del vostro nuovo spazio a Milano ha quindi l’obiettivo di avvicinare questo mondo alle aziende e ai cittadini?

"Senza dubbio. In primo luogo, vorrei che Milano e l’Italia tornassero a essere un punto di riferimento europeo in un settore in crescita esponenziale. In secondo luogo, sì: anche le aziende hanno bisogno di un luogo dove poter toccare con mano l’innovazione. Questo facilita la “cross innovation“; e la comprensione delle opportunità".

Come funzionerà questo spazio?

"Il nostro obiettivo è ridurre le asimmetrie informative tra gli stakeholder, cioè tutte le persone e le istituzioni che possono avere un interesse. Dal direttore d’albergo che cerca il robot cameriere più adatto, all’istituzione. Organizziamo eventi e consulenze – che scherzosamente chiamo “party social robotics“ – per mettere in contatto chi ha bisogno di queste soluzioni con chi le conosce".

Qual è quindi il messaggio chiave che lanciate con l’apertura di questo spazio?

"Il messaggio è che la tecnologia evoluta e la robotica possono portare l’essere umano a un altro scalino, a diventare veramente esseri umani. Non credo che lo siamo ancora; siamo all’inizio della vera evoluzione. La robotica sociale è la “challenge“ per raggiungere questo obiettivo. Va accolta e gestita bene, seguendo certe regole, altrimenti il gioco sarà più forte di noi".

Siamo in ritardo?

"Siamo in ritardo mostruoso. Abbiamo l’opportunità di essere più liberi, avere più tempo. Siamo davanti alla prima rivoluzione che tocca veramente tutti, ecco perché va gestita collettivamente. Più tardi agiamo, più lungo sarà il periodo di instabilità: pensando ai nostri figli, dobbiamo muoverci noi per evitare che siano loro a risolvere questioni etiche e organizzative immense. Dovremmo smetterla di guardare solo ai rischi. È come nello sci: se vuoi evitare il ghiaccio, non guardare il ghiaccio, pensa a dove è la neve".