Giovedì 25 Aprile 2024

Metaverso, la Ue chiede chiarezza

La Commissione Europea vuole avere delle precise rassicurazioni dalle Big Tech che stanno investendo nel Metaverso: devono rispettare le regole dall’Antitrust comunitario

La bandiera dell'Unione Europea

La bandiera dell'Unione Europea

Il Metaverso diventa il principale argomento di discussione nei piani di sviluppo e investimento delle principali aziende tech del mondo e Bruxelles vuole che sul tema ci sia la massima attenzione. A ribadirlo in un’intervista al giornale americano Politico Europe è Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea che assicura che le regole severe dell’Antitrust europeo vigileranno su eventuali posizioni dominati.

Il Metaverso al vaglio dell’Antitrust comunitario

Il Metaverso, la realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si interagisce attraverso il proprio avatar, entra nel dibattito della Commissione Europea. Dopo che praticamente tutte le Big tech del mondo hanno ribadito il loro interesse – con cospicui investimenti – sulla nuova tecnologia che promette di cambiare la rete, Bruxelles ha deciso di vederci chiaro e ribadire che, anche per il Metaverso, saranno applicate regole severe e stringenti. Secondo la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, il rischio che qualcuna delle grandi aziende che si occupa del Metaverso possa avere una “posizione dominante rispetto alle altre” è molto alto. Proprio per questo motivo la UE deve essere in grado – sottolinea la Vestager – di “seguire da vicino i nuovi mercati e le diverse attività che si svilupperanno con questa tecnologia”.

Evitare gli abusi di potere e controllare gli NFT

Il compito della Commissione Europea, ribadisce nel corso dell’intervista al giornale americano la vicepresidente UE, è quello di “approfondire l’analisi dei mercati che emergeranno attraverso le interazioni del Metaverso e dei potenziali abusi di potere che potrebbero derivarne”. Da controllare con attenzione - continua ancora la Vestager - sono anche gli NFT (i token non fungibili spesso usati all’interno della realtà virtuale) e il gaming online dove ci sono – spiega Margrethe Vestager “utenti che pagano centinaia di migliaia di dollari per ‘skin’ e alcuni oggetti che possono essere scambiati e commercianti umani che si frappongono tra il venditore e l’acquirente”.