Dopo una lunga trattativa sembra finalmente vicina l’approvazione del Digital Markets Act, la legge europea sui mercati digitali che ha il compito di assicurare la libera concorrenza tra le diverse piattaforme che operano nel Vecchio Continente. Uno dei provvedimenti più interessanti riguarda l’obbligo per le grandi chat di messaggistica come WhatsApp, Telegram, Messenger e iMessage di aprirsi alle aziende più piccole che offrono i medesimi servizi: dovranno consentire agli utenti l’invio di messaggi di testo, foto e video tra le varie piattaforme, senza limitazioni. All’orizzonte anche altre regole per la privacy e le app di terze parti. Prima di entrare in vigore servirà l’ultimo ok del Parlamento e del Consiglio Europeo. Solo le grandi piattaforme di chat dovranno consentire l’accesso La normativa del nuovo Digital Markets Act prevede che le grandi piattaforme di messaggistica che operano in Europa – e che hanno un fatturato di almeno 7,5 miliardi di euro all'anno e una capitalizzazione di almeno 75 miliardi di euro – dovranno obbligatoriamente aprire i loro servizi a quelle più piccole. WhatsApp, Telegram, Messanger e iMessage, quindi, dovranno forzatamente consentire agli utenti di inviare e ricevere messaggi, foto e video da piattaforme meno blasonate. Viceversa, le aziende più piccole non dovranno aprire i loro servizi ai big mondiali. Inizialmente l’obbligo scatterà solo per le chat private per poi essere esteso ai messaggi di gruppo entro 4 anni. Successivamente l’imposizione sarà allargata anche ai social network. Per il momento non esiste una normativa – neanche il Digital Markets Act – che obblighi le piattaforme più grandi ad aprirsi tra loro. Non sarà possibile, ad esempio, mandare messaggi da WhatsApp e riceverli su Telegram e così via. Chi non si adeguerà alle nuove regole rischia una sanzione fino al 10% del fatturato globale dell'anno fiscale precedente alla sanzione e fino al 20% nel caso di recidiva. Le altre regole del Digital Markets Act Non solo interscambiabilità delle piattaforme di messaggistica, il Digital Markets Act si occupa anche di privacy e app di terze parti sui dispositivi mobili. È stato deciso, ad esempio che i grandi big dell’hi-tech come Google e Meta non potranno più aggregare i dati degli utenti a fini pubblicitari dalle varie piattaforme che gestiscono. Apple e Google dovranno anche permettere a chi usa i loro dispositivi di installare le applicazioni anche da servizi di terze parti: una possibilità già disponibile per i device Android ma che Apple si è sempre rifiutata di dare ai suoi utenti.