Lunedì 29 Aprile 2024

Tour, dalla pioggia sbuca Bardet. Brivido Froome: cade ma limita i danni

Il francese della Ag2r attacca in discesa, vince e balza al secondo posto della classifica. Il britannico resta in maglia gialla con ampio margine, ma taglia il traguardo acciaccato. Aru ancora pimpante

Primo successo stagionale e secondo in carriera al Tour per Roman Bardet (Keystone)

Primo successo stagionale e secondo in carriera al Tour per Roman Bardet (Keystone)

Saint-Gervais Mont-Blanc (Francia), 22 luglio 2016 - Quel che non hanno potuto le tante salite affrontate fino a qui, ha potuto una discesa. Quella, bagnata, che dall'inedita salita di Bisanne portava a Megève e poi alla Côte de Domancy affrontata appunto all'ingiù, e dove il gruppo della maglia gialla è esploso per le tante cadute. Ad assaggiare l'asfalto, con una violenta schienata, è stato tra gli altri anche Chris Froome in persona. E proprio in quel punto si è involato Romain Bardet, giovane ed unica speranza francese per la classifica generale, andato prima a riprendere il fuggitivo superstite Rui Costa e poi a conquistare, in cima alla salita di Le Bettex, la sua seconda vittoria in carriera al Tour dopo quella dell'anno scorso a Saint-Jean-de-Maurienne. Quello che è anche il primo centro di un francese in questa edizione del Tour vale a Bardet il balzo al secondo posto in classifica, perché se uno stoico Froome, acciaccato e sanguinante per lo scivolone, ha ceduto a sua volta qualcosa ai migliori nell'ultimo chilometro, molto peggio è andata a coloro che questa mattina occupavano i due gradini bassi del podio: Adam Yates, dopo un'intera tappa nelle retrovie del gruppo, ha ceduto 20" alla maglia gialla dimostrando di aver quasi esaurito le energie nel serbatoio. Ed è definitivamente saltato Bauke Mollema, tra i primi a cadere in discesa, poi ulteriormente attardato a causa di un altro capitombolo - quello di George Bennett, Sepúlveda e Dani Navarro, quest'ultimo ritirato - e costretto ad inseguire, da solo, lungo tutta la salita finale. Il verdetto per l'olandese è impietoso: 4'26" da Bardet e 3'50" da Froome. Quanto basta per dire addio al sogno di salire sul podio a Parigi. Podio nel quale continua invece a credere Fabio Aru. Proprio la sua Astana ha preso le redini della corsa fin dalla prima salita, il Collet de Tamié, tenendo a bada la fuga dei soliti noti - una ventina di corridori fra cui la maglia a pois Rafal Majka, il vincitore di Culoz Jarlinson Pantano, i francesi Vuillermoz e Rolland e appunto Rui Costa, ultimo ad arrendersi al ritorno di Bardet sulla salita finale - e imponendo un ritmo severo per tutti. Con Nibali caduto insieme a Froome e fuori dai giochi, l'ultima sgasata l'ha data Diego Rosa, quando si era già sulla salita di Le Bettex, passando poi il testimone ad un altro degli azzurri convocati dal ct Cassani per le Olimpiadi: Damiano Caruso, ultimo uomo di Porte. A scatenare la bagarre tra i big è stato, di lì a poco, proprio l'australiano della Bmc, nonostante fosse stato il primo degli uomini di classifica a finire a terra e avendo poi dovuto sprecare preziose energie in un rientro in gruppo difficoltoso. La mossa di Porte ha chiamato allo scoperto Daniel Martin, protagonista di una breve avanscoperta, e poi Nairo Quintana, con la Sky attenta a chiudere senza mandare fuori giri un Froome alle prese con i postumi della caduta. Poi, lo scatto di Fabio ai 1.500 metri, con ulteriore rilancio sotto la flame rouge. Proprio all'ultimo chilometro anche Froome ha segnato il passo, sotto i colpi di un'ulteriore accelerazione prodotta da Valverde e Purito Rodríguez per andare a chiudere sul nostro Aru. «Sono scivolato sulla linea bianca, ma tutto sommato mi sento ok, soprattutto alla luce del vantaggio in classifica - riferisce la maglia gialla, che nella caduta ha battuto spalla e ginocchio destri -. Voglio ringraziare tutti i ragazzi della squadra per il supporto che mi hanno dato. Al Tour non si può mai stare tranquilli e un caduta come questa poteva costarmi veramente molto caro. Domani sarà una tappa ancora più dura, ma io posso contare sui miei compagni di squadra». Alla fine, l'ordine d'arrivo recita Bardet primo con 23" su Rodríguez, Valverde e uno sempre più convincente Louis Meintjes, Quintana a 26", Aru e Martin a 28", Froome a 36" scortato da Poels, mentre Porte, al quale s'è letteralmente spenta la luce negli ultimi mille metri, perde 53" precedendo di appena 3" Adam Yates. La nuova top ten alla vigilia dell'ultima tappa capace di sconvolgere la classifica vede invece Froome condurre con 4'11" su Bardet e 4'27" su Quintana, con Yates quarto a 4'36", Porte quinto a 5'17" e Aru sesto a 6' netti. Il ritardo dal podio è leggermente inferiore a quello di stamattina - ora è 1'33" - e anche se gli avversari da tirare giù da quei gradini sono più tosti - Bardet e Quintana - il sardo e la sua Astana hanno dimostrato di avere il temperamento giusto per provarci. Senza dimenticare che, domani, andranno verificate anche le condizioni di Froome. Perché si sa che le botte fanno sempre più male, il giorno dopo.