Giovedì 25 Aprile 2024

"Monza e Imola, la storia deve rinnovarsi"

Stefano Domenicali: "L’Italia è importantissima, ma il mondo è competitivo: mi aspetto risposte all’altezza del nostro Paese"

"Monza e Imola, la storia deve rinnovarsi"

"Monza e Imola, la storia deve rinnovarsi"

Il futuro di Monza e Imola, l’Italia e le prospettive del mondo della Formula 1 tra la pista e Hollywood. Stefano Domenicali dice: "le corse, essendo nato a Imola, le ho viste fin da bambino". Ma oggi, presidente e ad Formula One Group, "sento la responsabilità di dover gestire un sistema che sta diventando sempre più di riferimento non solo per il mondo dello sport business, ma anche per le scelte di tanti ragazzi, come ambizione e aspirazione per tante persone, piloti, ingegneri, tecnici, responsabili in pista. C’è un movimento alle spalle che mi vede coinvolto 24 ore al giorno perché voglio lasciare il mio segno. E credo sia giusto così".

Oggi che cos’è la Formula 1?

"Il mondo della F1 sta vivendo una fase molto importante di crescita caratterizzata da attenzione totale e grande rispetto nei confronti dei propri tifosi, vecchi e nuovi. E di tutte le persone che fanno parte della nostra famiglia. Vogliamo che ci siano degli stadi, nel nostro caso degli autodromi o delle città con circuiti urbani, all’altezza delle aspettative, con un coinvolgimento sempre più importante di tutte le piattaforme di comunicazione, come Netflix e come saranno i film che faremo con Hollywood. Gireremo un film con Brad Pitt, con i produttori di Top Gun e Maverick, coinvolgendo piloti e squadre. La produzione inizierà questa estate e faremo una tappa delle riprese anche a Monza. Avendo sempre più persone (e giovani) che ci seguono, dobbiamo dare a loro l’opportunità di divertirsi e apprezzare quello che facciamo. Con l’obbligo di anticipare le richieste del pubblico".

La sensazione è che all’estero siano più pronti culturalmente verso questo approccio...

"Io sono orgogliosamente italiano, vivo a Londra, giro il mondo: ci sono dinamiche uguali e diverse ovunque. E’ uguale la passione per il nostro sport, in Italia c’è la “nazionale rossa” che fa da traino, ma c’è anche l’AlphaTauri. Di diverso c’è la qualità delle infrastrutture che altri Paesi riescono a mettere in piedi. E questo dev’essere visto come una volontà di migliorarsi, sapendo che il nostro patrimonio culturale, la nostra storicità ha bisogno di guardare avanti in questa direzione. Quando parlo di autodromo, mi riferisco a posti dove addetti ai lavori e tifosi devono poter vedere luoghi belli, abbiano tutti i servizi interattivi, all’avanguardia, non abbiano problemi sulle linee telefoniche, strutture che rispettano il contesto in cui ci si trova, ma siano innovative. Il nostro Paese su questo deve sforzarsi perché ha grandi opportunità per fare le cose e dobbiamo mettere a terra la potenza che abbiamo. Così si possono avere strutture da utilizzare tutto l’anno anche per altri eventi".

Da Monza cosa vi aspettate?

"Automobile club d’Italia sta cercando di portare avanti dei progetti per il futuro (nuovi sottopassi e asfalto, tribune moderne, ndr), noi siamo ricettivi su qualsiasi idea possa mantenere al centro la qualità dell’evento. Abbiamo un Paese straordinario che non può non rispondere con qualità e progetti unici. Non siamo secondi a nessuno".

Qual è la prospettiva?

"Abbiamo rinviato già da troppi anni, il 2024 dev’essere una data su cui non ci sono più scuse per non fare le cose".

Nel 2025 scadono il Patto della Concordia tra i team, ma anche i contratti di Imola e Monza con la F1. E molti Paesi sono “in pit-lane” pronti a entrare nel calendario...

"L’Italia ha un posto fondamentale nel calendario per quello che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà, però come sempre in un mondo di competizione è fondamentale che ci siano dei progetti all’altezza, in un momento dove l’offerta è più della domanda. Da italiano, mi aspetto ancora di più che l’Italia risponda all’altezza di un Paese come il nostro. Attendo di vedere le proposte che ci saranno presentate nei prossimi mesi. Lo scenario vede in corsa l’Africa e altri Stati, anche europei. Non a caso non escludiamo la possibilità di considerare dei principi di rotazione".

La F1 non è più solo sport...

"Siamo diventati un evento ancora più grande: c’è una grande attenzione da parte del mondodell’intrattenimento, abbiamo bisogno che la gente si possa divertire prima e dopo gli eventi in pista. Le dimensioni di altre attività più legate al lifestyle, alla musica, alla moda sono presenti. Oggi la gente si dimentica che la F1 è la piattaforma di business probabilmente più importante che c’è nel mondo, dove ci sono le più grandi aziende del pianeta. E poi facciamo progresso: il nostro approccio sulla sostenibilità è fattivo, serio, ponderato (nel 2026 useremo motori ibridi con le benzine sostenibili)".

Tornando all’aspetto sportivo, com’è iniziato il Mondiale 2023?

"In questo momento la Red Bull e Max Verstappen sembra che stiano andando molto forte, ma sono prudente perché questa pausa tra l’Australia e l’Azerbaigian (si corre a Baku il 30 aprile, ndr) potrebbe aver dato la possibilità agli altri – Ferrari compresa - di mettere in fila gli sviluppi perché la prossima parte del campionato sia ancora più stimolante".

Il prossimo weekend ci sarà una delle sei Sprint Race del campionato, tra le novità per dare più valore al sabato...

"L’idea della ‘gara veloce’ del sabato è nata dall’esigenza di tenere sempre i tifosi al centro, per rendere il fine settimana meno prevedibile e tenere alta la tensione emotiva e sportiva, dal venerdì alla domenica. E per il venerdì abbiamo in mente di fare solo una prova libera e poi già la qualifica per la gara".

Dopo il 2025 cosa vede?

"Vedo una F1 sempre più forte da un punto di vista sportivo e finanziario. Con il limite dei 24 Gran premi. Mentre per le Sprint Race faremo le valutazioni a fine anno. Per ora restano 6 e cerchiamo di valorizzare questi momenti. Dobbiamo stabilizzare le cose che cambiano"..