Venerdì 26 Aprile 2024

Leclerc, pasticcio pit stop "Meritavamo di più"

Amareggiato il monegasco, quindicesimo. Binotto rilancia: "Bene il motore"

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di Leo Turrini

C’è qualcosa di buono, nel bilancio ferrarista dopo la corsa sull’asfalto della Russia. E non si tratta della legittima soddisfazione per la presenza sul podio di Carlos Sainz, terzo al termine di una gara che lo aveva visto protagonista soprattutto nelle fasi iniziali, quando lo spagnolo era riuscito a prendere la testa del gruppo e per quasi una ventina di minuti aveva dato ai tifosi l’impressione di avere ritrovato una Rossa da applausi.

No. Al risultato,che come detto certo non è disprezzabile, si somma la soddisfazione per la buona risposta che il nuovo supporto ibrido del motore ha dato in pista. La Ferrari aveva portato a Sochi, solo sulla macchina di Leclerc, una soluzione sperimentale in vista del 2022.

"L’esito del test è stato molto positivo – ha spiegato a fine Gran Premio il capo della Scuderia Mattia Binotto –. I progressi che avevamo riscontrato in fabbrica sono stati confermati sulla strada. Ora intendiamo accelerare in questa direzione. E’ nostra intenzione montare la nuova componente ibrida anche sulla vettura di Sainz nel più breve tempo possibile, forse già in occasione della prossima tappa iridata in Turchia".

Il rimpianto. Nell’immediato, però, rimane anche l’amarezza di Charles Leclerc. Nella tumultuosa fase finale della corsa, inizialmente il pilota monegasco aveva pensato di non fermarsi a sostituire le gomme, imitando la scelta audacissima di Lando Norris. Anche per lui, però le conseguenze sono state infelici.

"Mi dispiace perché nonostante partissi dal fondo avevo fatto una buona prestazione e meritavo un risultato in linea con gli sforzi miei e della squadra. C’è stata un po’ di confusione nella comunicazione tra noi, si vede che le cose dovevano andare così. Sono contento per il mio compagno di squadra ma sono deluso per il mio epilogo".

Come Alesi. Sainz è stato premiato dalle circostanze estreme che hanno caratterizzato l’ultimo quarto d’ora di corsa. "Il podio ad un certo punto era insperato, dopo la bella partenza la mia macchina aveva problemi con le gomme – ha raccontato lo spagnolo – Stare in testa per un po’ è stato divertente, mi auguro diventi presto una abitudine per me e per Charles…".

In chi ha memoria, la fuga iniziale dello spagnolo, per quanto illusoria, ha ricordato quanto accadde in Portogallo nel 1993. Anche allora, erano anni che una Ferrari non tentava la fuga. Ci riuscì, per una ventina di giri, Jean Alesi.

Fu il segnale che lentamente il vento stava cambiando. Sarà così anche stavolta?