Lunedì 6 Maggio 2024

Lautaro-Barella formato Barça, riecco l’Inter

Come in Champions, la coppia firma i gol che riportano in alto i nerazzurri anche in campionato: i dieci giorni perfetti di Inzaghi

Migration

di Mattia Todisco

Sessantadue gol in A, come Diego Milito. Un nome nel destino dell’Inter e di Lautaro. È stato il compagno di squadra al Racing che il "Toro" ha sostituito nel suo debutto in prima squadra, la chioccia che allora lo prese sotto la sua ala e che insieme ad altri protagonisti (Ausilio, Zanetti, di recente ha sottolineato di averci messo lo zampino persino Batistuta) ha fatto sì che Martinez scegliesse l’Inter. Un investimento ripagato e in cui il club continua a credere fermamente. La società ha rifiutato offerte importanti, supportato dalla volontà del diretto interessato di rimanere a Milano, dove si trova bene, ha allargato la famiglia con la figlia Nina e pur con qualche periodo di defaillance realizzativa è diventato un punto di riferimento. Ieri è tornato a segnare al Meazza, replicando la marcatura di capitale importanza del Camp Nou e spingendo l’Inter verso il secondo successo consecutivo in campionato, 2-0 alla Salernitana. "La settimana perfetta? Sì. Siamo sulla strada giusta – dice Lautaro a fine partita -. Abbiamo fatto una grande gara al Camp Nou e ieri dovevamo dimostrare di poter avere lo stesso atteggiamento. Le prime giornate abbiamo perso dei punti importanti, le cose non giravano come volevamo. Prendevamo tanti gol. Abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare tutti insieme. Questo è importante. Fa bene parlare tra di noi, qualche volta. Abbiamo capito tutti quel che dovevamo fare e si vede sul campo. Milito raggiunto? Provo felicità e orgoglio. La dedica è a mia madre e a mia moglie, visto che in Argentina è la festa della mamma". L’altro grande protagonista del successo domenicale è Nicolò Barella, anche lui alla replica del gol segnato a Barcellona. Come in Catalogna, ai fini della marcatura, è decisiva la tecnica che permette al centrocampista di stoppare il pallone alla perfezione. Il resto è tutto più semplice, anche perché Barella sa come renderlo tale: sterzata verso sinistra e colpo a incrociare alle spalle di Sepe, dando lustro all’apertura di Calhanoglu, confermatosi regista coi fiocchi. Per rivedere i nerazzurri in una posizione di classifica più consona alle ambizioni stagionali bisognerà ancora dare seguito alle prestazioni e ai risultati recenti, magari sperando in una frenata di chi sta davanti. Ma non c’è possibilità di tornare in auge se non si parte dai pilastri, dal non accusarsi più a vicenda (come è successo nelle prime settimane per ammissione di Bastoni nel pre-partita di ieri). Da Lautaro e Barella, come Brozovic o Lukaku quando torneranno. E da un’alternanza terminata tra i pali alla fine della quale sembra aver vinto Onana su Handanovic.