Giovedì 9 Maggio 2024
GABRIELE SINI
Formula1

F1, la FIA avvia un'indagine sui rischi del porpoising

Sul piatto il tema della sicurezza dei piloti: tante le polemiche dopo il Gran Premio dell'Azerbaijan

La Mercedes di Lewis Hamilton (Ansa)

La Mercedes di Lewis Hamilton (Ansa)

Bologna, 14 giugno 2022 - La FIA ha deciso di avviare alcune indagini sulle conseguenze che il porpoising potrebbe avere sulla salute dei piloti. In Formula 1 si è acceso il dibattito relativo al problema aerodinamico che sta attanagliando le monoposto ad effetto suolo, introdotte quest'anno con i nuovi regolamenti tecnici. L'ultimo Gran Premio, svoltosi in Azerbaijan, ha evidenziato ancora una volta quanto il porpoising possa incidere negativamente sul fisico dei piloti. Ha fatto il giro del mondo l'immagine di Lewis Hamilton, che ha faticato ad uscire dalla sua Mercedes al termine della corsa di Baku, proprio per via del dolore alla schiena causato dai continui saltellamenti della sua W13 nel lungo rettilineo azero.

Cosa è il porpoising?

Il porpoising è un fenomeno che, in Formula 1, si era già palesato negli anni Ottanta. Anche all'epoca le monoposto soffrivano di questa conseguenza aerodinamica, che oggi, con il nuovo regolamento tecnico, è tornata alla ribalta. Esso si verifica nei rettilinei, quando la monoposto supera una certa soglia di velocità. Quest'ultima varia a seconda della vettura, poiché ogni auto sulla griglia ha una differente impostazione telaistica, di assetto ed aerodinamica. La macchina inizia a "rimbalzare" contro il terreno, impattando con il fondo sull'asfalto a causa dei flussi dall'aria provenienti dall'esterno. La scuderia maggiormente colpita è la Mercedes, che ha tentato di metterci una pezza con degli aggiornamenti apportati sulla sua W13, i quali non hanno sortito l'effetto sperato. Il mal di schiena di Hamilton al termine del GP di Baku è un chiaro indicatore di quanto il fenomeno possa impattare proprio sulla schiena e sul collo dei piloti, oltre che ovviamente sulle prestazioni della monoposto. Anche la Ferrari si è trovata costretta ad implementare un nuovo fondo per limitare il fenomeno.

 

L'indagine FIA e le polemiche politiche

Secondo quanto riportato dalla testata tedesca Auto, Motor und Sport, la FIA avrebbe avviato un'indagine approfondita per comprendere quanto il porpoising possa causare problemi fisici ai piloti sul lungo periodo. Le lamentele piovute nel fine settimana in Azerbaijan hanno colto nel segno: oltre ad Hamilton e Russell della Mercedes, infatti, si sono esposti riguardo al rischio sulla sicurezza anche Carlos Sainz, Daniel Ricciardo, Sebastian Vettel e Pierre Gasly. Oltre ai dolori alla schiena e al collo, nel mirino della Federazione Internazionale ci sarà anche il problema di visibilità che il porpoising causa ai piloti. Le nuove camere poste all'interno dei caschi hanno evidenziato anche ai telespettatori quanto il movimento della testa del pilota possa provocare disturbi alla vista, con lo stesso Gasly che si è lamentato di non essere perfettamente in grado di vedere il punto di frenata nella prima curva del circuito azero.

La FIA consulterà medici specialisti e raccoglierà dati da altri sport motoristici, come ad esempio il rally. Christian Horner, team principal della Red Bull, ha nel frattempo dichiarato che il porpoising può essere facilmente limitato con un assetto più alto della monoposto. Questo, però, causerebbe inevitabilmente un crollo delle prestazioni. La scuderia austriaca, ricordiamo, è quella che accusa meno il fenomeno: le parole del numero uno di Milton Keynes, dunque, parrebbero volte ad accusare Mercedes, rea di star sollevando un polverone a causa della scarsa competitività in questo Mondiale, nel tentativo di modificare in corsa il regolamento tecnico. Leggi anche: Roma, Mourinho sogna Gundogan