Lunedì 6 Maggio 2024

Ferrari, il coraggio e l'azzardo

F1, presentata la nuova monoposto. Cosa ci piace e cosa lascia perplessi? Ecco una piccola guida al bello e al meno bello

Ferrari, la nuova monoposto del 2017 (Ansa)

Ferrari, la nuova monoposto del 2017 (Ansa)

Ora che il gran giorno è arrivato ed è pure passato, cosa resta del debutto della nuova Ferrari? Cosa ci piace e cosa lascia perplessi? Ecco una piccola guida al bello e al meno bello.

IL NOME. Per quanto scontato SF 70 H è un giusto omaggio alla storia del Cavallino, che nel 2017 celebra il settantesimo compleanno. La Rossa non sarebbe quello che è, senza le radici. Richiamarle per difenderle è una scelta azzeccata (poi, si capisce, la lettera H non sta per Hybrid, bensì per ‘Hai visto mai che sia la volta buona?’)

IL CORAGGIO. Ce ne voleva per puntare sulla soluzione tecnica del passo corto, mentre la dominante Mercedes va in direzione opposta. Naturalmente a decidere sulla bontà della scelta sarà il cronometro, ma non si può negare che la Ferrari abbia osato. La creatività latitante è stata alla origine della crisi. Ritrovare il gusto della scommessa è un buon segno, ecco.

I PILOTI. Reduci dalle frustrazioni del 2016, Raikkonen e Vettel non vedevano l’ora di assaggiare il… budino. E’ intatta la loro voglia di essere protagonisti. Non sembrano infastiditi dalla mancanza di contratto per il 2018. Significa che sanno di poter dimostrare il loro valore, a patto di disporre di un mezzo sufficientemente competitivo.

L’ITALIANO. Giovinazzi forse non disputerà mai un Gran Premio con le Rossa, ma è cosa buona e giusta che un pilota con il passaporto della nostra Repubblica sia finalmente rientrato in squadra. Il futuro è una ipotesi, ma ci sono aspetti emotivi da non sottovalutare, nella scelta compiuta da Marchionne e da Arrivabene.

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Fin qui, il bello. Il meno bello…

LO SHOW. Un tempo la presentazione della nuova Ferrari era un grande evento nazionalpopolare. Anche con tratti da sagra paesana: si trovavano fianco a fianco, per dire, l’avvocato Agnelli e l’umile operaio. Funzionava e non c’era nulla di simile sul palcoscenico della Formula Uno. Le dirette web in streaming raggiungono il mondo intero, ma fatalmente sono fredde, asettiche. Moderne ma non entusiasmanti.

L’AZZARDO. Il rovescio della medaglia (vedi alla voce coraggio). Possibile che abbiano sbagliato in Mercedes, dove sono abituati a dominare, optando per il passo lungo? Quanto c’è di necessitato nella scelta Ferrari, considerate le turbolenze dell’estate scorsa a proposito di organigramma, con il siluramento del dt Allison e del capo della galleria del vento De Beer? Nel frattempo Allison è finito in… Mercedes. E se avesse avuto ragione lui?

IL METEO. Beh, qui non è colpa di nessuno. Però l’atmosfera uggiosa, ancora invernale, non è stata un buon presagio. Per tornare a sorridere, alla Ferrari serve il sole dell’ottimismo. Lo troverà a Barcellona, nei test che scattano lunedì?