Uefa, Rosetti sui falli di mano: "Non si può giocare con le mani dietro la schiena"

L'ex arbitro Rosetti, oggi responsabile della Commissione Arbitrale dell’Uefa, ha commentato la posizione europea sul regolamento arbitrale

Rosetti commenta regole e metri di giudizio in ambito internazionale

Rosetti commenta regole e metri di giudizio in ambito internazionale

Roma, 5 agosto 2020 - Ormai è di nuovo tempo di coppe. Con il ritorno del calcio a livello internazionale è anche opportuno fare chiarezza sulle vicende arbitrali: in tal senso Roberto Rosetti, oggi responsabile della Commissione Arbitrale dell’UEFA, ha spiegato come la squadra europea degli arbitri si sta gestendo per queste partite così importanti.

"Ritengo che chi gestisce un gruppo di persone, abbia il dovere di prendersi cura di loro. Abbiamo chiamato tutti gli arbitri per sapere come stavano, è stato il primo approccio per sapere come se la passavano. I direttori di gara faranno un test per il Covid-19 almeno tre giorni prima di partire e ne faranno un altro appena arrivati nella location della partita. Ci siamo mossi per farli viaggiare nel modo più opportuno e i soggiorni sono organizzati per limitare i rischi" ha detto Rosetti, prima di fare il punto sulle differenze di metro di giudizio di Paese in Paese..

"Che ci siano delle differenze piccole a seconda delle nazioni e delle culture calcistiche, questo è comprensibile e tollerabile. È chiaro che quando le differenze sono sostanziali, è giusto fare delle riflessioni. Durante il lockdown abbiamo creato una piattaforma con i capi degli arbitri delle nazioni calcisticamente più evolute per dare linee guida tecniche più uniformi per i prossimi campionati. I giocatori devono giocare a calcio e non si può fare con le mani dietro la schiena. La naturalezza del gesto tecnico deve essere capito e interpretato degli arbitri" aggiunge puntualizzando anche sui falli di mano, causa principale della stagione da record di rigori assegnati in Italia.

Infine la puntualizzazione sull'uso del Var. "Il VAR deve intervenire in modo corretto, ma più di questo vorrei parlare di arbitraggio perché per come noi concepiamo la sfera arbitrale vogliamo direttori di gara sul terreno di gioco di personalità, che prendano decisioni. Poi davanti ad un’evidenza inconfutabile serve un intervento all’altezza della situazione" ha chiuso Rosetti.