Juventus, i numeri della crisi di aprile: l'attacco non segna (quasi) mai

I bianconeri stanno vivendo un pessimo mese, con quattro sconfitte nelle ultime otto gare. E Allegri finisce ancora una volta sul banco degli imputati

Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri

Torino, 27 aprile 2023 - Dall'Inter all'Inter, la Juventus si è spenta. Dopo la vittoria in campionato contro i nerazzurri datata 19 marzo, i bianconeri hanno bruscamente rallentato il loro cammino. Quella di ieri sera in semifinale di Coppa Italia è stata la quarta sconfitta nelle ultime otto gare, che ha fatto sfumare uno degli obiettivi più importanti. Sconfitta che forse è stata la più preoccupante di questo aprile da dimenticare per la Vecchia Signora, dato che al Meazza la truppa di Massimiliano Allegri non ha mai dato l'impressione di poter segnare, non creando nemmeno una nitida occasione da gol. Da matita rossa anche l'approccio con il quale la squadra piemontese è scesa in campo. "Abbiamo dormito nei primi 15 minuti", ha sottolineato il tecnico livornese nel post partita. 

Scelte sbagliate

Sul banco degli imputati, oltre ai giocatori, finisce lo stesso Allegri. Fanno discutere le scelte iniziali di formazione, così come la preparazione tattica della gara e la sostituzione di Filip Kostic al momento dell'entrata in campo di un vero attaccante in grado di sfruttare i suoi cross come Arkadiusz Milik, dopo che in avanti avevano agito nella prima frazione Federico Chiesa e Angel Di Maria. A questo va aggiunta l'incapacità di Locatelli e compagni a imbastire manovre pericolose per la retroguardia locale, mostrando pochissime idee di gioco sulla trequarti avversaria. I meriti dell'Inter vanno riconosciuti, così come i demeriti della Juventus, che ormai riesce a segnare quasi esclusivamente da calcio piazzato o grazie a un episodio. 

Numeri impietosi

Ad aprile, considerate tutte le manifestazioni, i bianconeri hanno realizzato cinque reti in otto partite, tutte (tranne quella di Juan Cuadrado nella semifinale d'andata contro l'Inter) nate sugli sviluppi di un calcio d'angolo. In Serie A, quello di Allegri è il sesto attacco con 47 marcature in 31 match, che significa una media di 1,5 gol a partita. Peraltro, fra campionato e Coppa Italia, Madama ha collezionato tre uscite consecutive senza segnare. L'ultimo sigillo entro i confini nazionali è quello firmato da Adrien Rabiot a fine primo tempo della sfida a Roma con la Lazio. Il francese è pure l'autore dell'ultima marcatura a livello complessivo: quella del momentaneo 0-1 sul campo dello Sporting Lisbona. 

Attaccanti in crisi

La crisi offensiva della Juventus si sta riflettendo anche sul rendimento dei propri attaccanti. Dusan Vlahovic (assente ieri sera a causa di una distorsione alla caviglia) ha timbrato il cartellino 11 volte, ma è da 10 partite che non trova la via della rete in campionato (otto considerando Serie A, Europa League e Coppa Italia). Milik e Moise Kean invece sono fermi a quota 8 gol ciascuno, con il polacco che non esulta da fine gennaio, mentre il nativo di Vercelli ha firmato il suo ultimo sigillo a inizio aprile contro l'Hellas Verona. Se si vuole allargare il discorso anche ad Angel Di Maria e Federico Chiesa, il primo ha segnato quanto Milik e Kean. L'ex viola invece è fermo a due reti. Numeri troppo decisamente bassi vista la qualità dei calciatori in questione, il che porta ad affermare che non sia (solo) un problema di singoli, ma di sistema. 

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