Venerdì 26 Aprile 2024

Dimarco manda l’Inter in finale di Coppa Italia: una brutta Juventus battuta 1-0

I nerazzurri vincono a San Siro la semifinale di ritorno: è sufficiente il gol dell’esterno a inizio partita. La squadra di Allegri lenta e compassata non riesce mai a pungere

Federico Dimarco festeggia il gol con Edin Dzeko

Federico Dimarco festeggia il gol con Edin Dzeko

Milano, 26 aprile 2023 - L’Inter è in finale di Coppa Italia. È Federico Dimarco il match winner della semifinale di ritorno a San Siro davanti a 75mila spettatori con un gol di sinistro dopo quindici minuti di gara. Juve brutta e lenta, con un solo tiro degno di nota con Filip Kostic nel primo tempo, poi sostituito all’intervallo, a conferma di un momento non esaltante considerando anche le tre sconfitte consecutive in campionato. Allegri è fuori dalla Coppa Italia e gli resta solo l'Europa League. Inzaghi invece si conferma uomo da coppe, con la Supercoppa vinta, la finale di Coppa Italia e la semifinale di Champions, a cui si aggiungono i due trofei della passata stagione.

Decide Dimarco, poca Juve

Simone Inzaghi conferma le indiscrezioni della vigilia, a centrocampo c’è Calhanoglu perno centrale, in avanti Edin Dzeko e Lautaro Martinez. Allegri, privo di Cuadrado e Vlahovic, lancia Mattia De Sciglio in fascia destra ma c’è una novità in attacco con la coppia inedita composta da Di Maria e Chiesa.

L’inizio di partita è di marca nerazzurra. Subito la squadra di Inzaghi crea una occasione da gol con un cross di Barella su cui Lautaro buca l’intervento e Dzeko di spalla manda a lato. Parte meglio l’Inter, che ha subito predominanza del gioco, della palla e del territorio, mentre la Juve aspetta chiudendo le linee e facendo densità. Ai bianconeri manca fraseggio veloce e di qualità per innescare le punte e non potendo sfruttare le palle alte serve una manovra fluida palla a terra. Non ci riescono gli juventini che si fanno schiacciare soprattutto nei primi venti minuti, capitolando dopo un quarto d’ora quando Barella, dal limite dell’area, pesca l’inserimento di Dimarco per il sinistro vincente: 1-0. Juve scossa e con poche idee con smarcamenti lenti e senza linee di passaggio. Persa di Locatelli al limite dell’area per il destro di Lautaro che sibila a lato del palo. Dalle parti di Onana invece succede poco a parte un colpo di testa a lato di De Sciglio. L’Inter dà sempre l’idea di poter creare un pericolo alla prima azione veloce e precisa, soprattutto a sinistra dove lo sfogo di Dimarco crea un cross per il sinistro alto di Lautaro. L’unica vera occasione bianconera è estemporanea nella seconda metà del primo tempo grazie a un destro dal limite di Kostic deviato da Onana. Brutto primo tempo per gli uomini di Allegri, privi di attacco alla verticale senza una prima punta di ruolo e privi di spunti interessanti negli uomini offensivi più pericolosi, con Di Maria e Chiesa ben arginati dalla retroguardia interista. Juve troppo spenta per essere vera. Bene invece l’Inter, capace di trovare immediatamente il vantaggio e poi di amministrare la contesa su ritmi più consoni e utili allo spartito del match.

Dentro Milik, ma non cambia niente

Servono i cambi ad Allegri, e arrivano immediatamente nell’intervallo. Il prescelto è ovviamente Arek Milik per dare maggior presenza in area di rigore, a lasciargli il posto Kostic, l’unico a tirare in porta nel primo tempo. I bianconeri passano al tridente offensivo con il polacco terminale centrale supportato ai lati da Chiesa e Di Maria. A inizio ripresa Dzeko sforna un gol pazzesco, saltando Bremer con un dribbling spettacolare e sparando il sinistro in rete, ma tutto è nato da una posizione di offside segnalata dal guardalinee al termine dell’azione come da regolamento per consentire un eventuale intervento Var. Dentro anche Paredes per l’ammonito Locatelli. I cambi di Allegri alzano leggermente il baricentro, ma Onana resta tranquillo e non deve effettuare parate. Una vera e propria veemente reazione bianconera non arriva nei primi venti minuti di ripresa, con l’Inter a controllare ritmi e partita senza affanni. Ma la partita non è chiusa e alla Juve basta un gol per il supplementare, motivo per cui Allegri continua a crederci, anche rischiando qualcosa in ripartenza. Fuga in contropiede di Dumfries che salta in velocità Paredes, poi centro per Lautaro Martinez che in scivolata arriva di un soffio tardi. Ancora girandola di cambi, dentro Romelu Lukaku e Marcelo Brozovic per Edin Dzeko e Nicolò Barella da una parte, Danilo per Leonardo Bonucci dall’altra. Ma è sempre l’Inter ad avere le occasioni migliori: a un quarto d’ora dalla fine punizione di Dimarco deviata, botta di Mkhitaryan ma miracolo di Perin. Juve ancora in piedi. Altri cambi per Inzaghi, stavolta con il tucu Correa per Lautaro Martinez e Robin Gosens al posto di uno stremato Federico Dimarco. I nerazzurri fiutano la possibilità di mettere in moto i cavalli in campo aperto con Lukaku, Correa, Dumfries e Gosens ci sono le leve giuste per ripartire. Dall’altra parte arriva il momento di Paul Pogba a dodici dalla fine, in una posizione sotto punta alle spalle di Milik per il nuovo 4-2-3-1 disegnato da Allegri. I ritmi non si alzano ma San Siro vive con l’ansia e la tensione perché con un gol ospite si andrebbe al supplementare. Inzaghi mette una diga di centrocampo e sceglie Gagliardini per Calhanoglu: ultimi minuti di densità e copertura. Ancora Inter nel finale, da una punizione di Calhanoglu c’è il quasi autogol di Milik con una pizzata velenosa che sorvola la traversa. Juve sempre in difficoltà e sotto ritmo in manovra, gli esterni non si accendono, Milik è poco servito e dal centrocampo arrivano poche e confuse idee. C’è un brivido all’88’ quando un filtrante di Milik sta per innescare Chiesa ma Onana è un gatto in uscita e salva tutto. Gli ultimi assalti juventini restano vani, per lo più palloni gettati alla rinfusa in area di rigore interista e senza una vera intuizione in manovra. L’ultimo cross è un campanile che Onana addomestica in presa alta, praticamente una resa inerme. Vince l’Inter che dunque si qualifica alla finale del 24 maggio contro la vincente di Fiorentina-Cremonese. Inzaghi si conferma super nelle coppe. La Juve esce a testa bassa dalla Coppa Italia al termine di una partita oggettivamente brutta, con l’unico tiro in porta pericoloso a firma di Kostic nel primo tempo. Troppo poco.