Lunedì 29 Aprile 2024

Bologna, la crisi dietro l’angolo

Con l’1-0 di Udine l’astinenza di vittorie in trasferta supererà i 10 mesi. E dopo un successo in 10 gare le sfide con Empoli e Pescara saranno decisive per non rientrare in piena zona retrocessione

Adam Masina dopo il gol di Danilo

Adam Masina dopo il gol di Danilo

Bologna, 6 dicembre 2016 - A Udine il Bologna mette in mostra tutti i difetti già denunciati nell’avvio di stagione e torna a casa con un pugno di mosche e tanti dubbi. L’espulsione di Pulgar è già la sesta in 15 partite e ha lasciato la squadra in 10 contro 11 per 25 minuti, l’ultimo dei quali è stato letale. Come contro la Lazio la difesa si è fatta bucare proprio negli ultimi secondi del recupero, anche se il gol di Danilo è una vera e propria prodezza del brasiliano. Donadoni ha addossato la colpa della rete a Di Francesco, che non avrebbe contrastato efficacemente il cross dalla destra di Widmer, ma anche il tecnico bergamasco ha le sue responsabilità. La scelta di Pulgar in cabina di regia anziché uno tra Viviani e Nagy si è dimostrata fallimentare e dopo la prima ammonizione rimediata al 58’ il cileno avrebbe dovuto essere sostituito, perché in chiara difficoltà e a rischio di un secondo giallo puntualmente arrivato. Incomprensibile anche il mancato impiego di Krafth sulla fascia destra, ancora una volta mal presidiata da un Torosidis che ha messo del suo anche nell’azione decisiva senza riuscire a deviare la palla poi arrivata sul piede di Danilo. L’ultima vittoria in trasferta continua così ad allontanarsi e sono ormai trascorsi 295 giorni dal colpo di Udine con un gol di Mattia Destro, che ieri si è subito divorato un’occasione incredibile davanti alla porta e poi è sparito per tutto il resto della partita, ciondolando per il campo con la sua proverbiale indolenza.

“Abbiamo perso per colpa di una nostra ingenuità, abbiamo regalato un uomo quando avevamo un ammonito solo con un fallo assurdo a metà campo. Dopo in dieci si soffre e si lotta, siamo riusciti a contenerli poi al 93’ non puoi fare mettere in mezzo una palla così. Mi fa molto dispiacere perché tutti hanno lottato, mentre chi subentra non sempre fa la differenza. Non è più il momento di chiedere scusa, bisogna rimboccarsi le maniche e lottare perché la classifica non è piacevole” ammette Roberto Donadoni gettando la croce soprattutto su Di Francesco, che però nello scampolo di gara di 34’ è stato tra i più vivaci in attacco. “Si poteva fare di più, ho dato fiducia a Krejci e Mounier, giocatori che hanno potenzialità ma in questo momento fanno fatica. Non hanno quella capacità di credere di più in se stessi, a volte sono precipitosi e perdono palla. C’è una tensione esagerata” denuncia l’allenatore rossoblù senza fare alcun mea culpa per un piano-partita troppo rinunciatario, spiegato da Mimmo Maietta

. “Dovevamo difenderci per poi ripartire, l’avevamo preparata così. Ci stavamo difendendo bene poi è capitata l’espulsione. È mancata un po’ di esperienza, un po’ di furbizia. Diamo l’impressione di non crederci fino in fondo, ultimamente sta andando così. Pensavo di portare a casa un punto, non possiamo prendere gol così. Brucia perché abbiamo speso tante energie. Nelle ultime due partite abbiamo fatto fatica, dobbiamo fare un esame di coscienza e continuare a lavorare” sottolinea il centrale calabrese in vista della delicata gara casalinga di domenica con l’Empoli e della trasferta del 18 dicembre a Pescara. “Dobbiamo stare tranquilli. Paghiamo errori di immaturità, dobbiamo crescere. Non è bello prendere gol allo scadere. Non puntiamo il dito contro nessuno, per fortuna siamo un gruppo vero e dobbiamo continuare a lavorare e guardare avanti” aggiunge Adam Masina nella mixed zone del Friuli, dove si è presentato davanti ai microfoni anche il ds Riccardo Bigon. “Siamo la terza squadra più giovane della A, questo purtroppo a volte ci costa qualche ingenuità. Mi bruciano queste tre sconfitte arrivate per essere rimasti in 10 uomini, sempre per ingenuità e mai per giocate violente. Abbiamo ribattuto colpo su colpo alle avanzate dell’Udinese fino all’ultimo minuto, dal punto di vista dell’impegno a questa squadra non si può dire nulla, ma siamo i primi a sapere che non basta. Serve più lucidità, abbiamo fatto un passo indietro, ma i nostri obiettivi restano inalterati. Nessun dramma, ora occorre studiare gli errori e far crescere i nostri ragazzi. Serve pazienza perché questo club sta cercando di costruirsi un bel futuro e non si può avere tutto subito” predica il direttore sportivo che nei giorni scorsi aveva depresso l’ambiente dichiarando di essere pronto a stappare una bottiglia di champagne in caso di quart’ultimo posto finale, prospettiva ancora più vicina dal basso del 16imo gradino della classifica.