Mercoledì 24 Aprile 2024

Giro d'Italia 2018, le pagelle di Angelo Costa (dopo le prime 9 tappe)

Yates e Chaves per ora si prendono tutto. Ma Dumoulin aspetta solo la crono in Trentino Giro d'Italia 2018, classifica e risultati dopo la nona tappa Giro d'Italia 2018, il percorso e gli arrivi in salita (otto) Giro d'Italia 2018: le tappe e le altimetrie. I segreti del percorso

Esteban Chaves (Lapresse)

Esteban Chaves (Lapresse)

Praia a Mare, 11 maggio 2018 - Le pagelle (il punto) di Angelo Costa nel giorno di riposo del Giro d'Italia 2018.

Giro d'Italia 2018, classifica e risultati dopo la nona tappa

Giro d'Italia 2018, oggi riposo. Da Aru a Pozzovivo, come stanno i nostri

10 a Yates e Chaves. La strana coppia in nove giorni si è preso tutto: i due arrivi in salita, la maglia rosa e quella degli scalatori. Soprattutto, si è guadagnata il massimo della considerazione nei pronostici: le quotazioni di entrambi sono schizzate ai massimi livelli. Dei due, il britannico sembra già al top, mentre il colombiano può migliorare: se basti per vincere il Giro, all’uno come all’altro, lo capiremo presto.

9 a Dumoulin. A forza di non vederlo mai in difficoltà, se ne sono accorti tutti: al momento, è il più serio indiziato alla vittoria finale. Che stia bene si è capito fin dal primo giorno, fin qui ha corso al risparmio, in attesa di poter presentare il conto agli altri: per farlo ha la cronometro in Trentino, ma da come procede sarà bene non sottovalutarlo sulle grandi salite.

8 a Carapaz. E’ la sorpresa vera di questa edizione: arrivato con l’etichetta di promessa, si sta dimostrando tale. Non si è accontentato di correre al passo dei big: quando ha messo la testa fuori dalla cesta li ha pure battuti. Lo aspettano due esami importanti: dimostrare di saper digerire tre settimane di corsa e, soprattutto, di avere un buon recupero sulle montagne più severe.

7 a Pinot e Pozzovivo. I protagonisti del Tour of the Alps continuano a far corsa di testa anche al Giro, dove sono arrivati con più di un’ambizione. Sempre presenti negli arrivi in quota e nelle tappe più impegnative, hanno solo il problema di mantenersi così: se scopriranno entrambi di esser andati in forma troppo presto, di qui a Roma diventa grigia.

5 a Froome e Aru. Dei nomi che contano, i peggiori: per rendimento e, di conseguenza, per classifica. Non è il vero Froome quello che subisce l’andatura altrui e pure la paga, non è il vero Aru quello che si stacca quando davanti sono ancora in quindici. Entrambi confidano sul percorso che di qui in avanti si farà feroce: finite le parole, restano solo i fatti.