Imola, 17 maggio 2018 - Le pagelle di Angelo Costa sulla tappa 12 del Giro d'Italia 2018.
10 a Bennett. Per firmare il secondo centro, lui che prima del Giro in una grande corsa non aveva mai vinto, esibisce un’altra qualità del suo repertorio: dopo lo sprint di rimonta, lo sprint di potenza. Con 450 metri di volata, riprende e salta Mohoric e Betancur, che avevano provato a giocar d’anticipo, e stacca gli altri velocisti: nell’autodromo, l’irlandese è il più bravo a trasformarsi in una moto.
8 alle squadre Professional. L’Androni tutti i giorni, la Bardiani Csf quasi, la Wilier Triestina molto spesso: le tre italiane presenti con la wild card vanno all’attacco come impone il loro ruolo, ma anche come molti squadroni di World Tour non riescono a fare. All’appello manca soltanto la Israel Academy, che in fuga è andata solo in Medio Oriente: l’hanno avvisata che può farlo anche in Italia?
6 a Mohoric. Rivelatosi in tutto il suo talento nella tappa di Gualdo Tadino, lo sloveno ci riprova subito: meno di cinque chilometri al traguardo e allunga con Betancur. Giocano tutti e due a chi consuma meno, in modo da potersela giocare in volata: a punire entrambi provvede Bennett. Anche questo servirà al ragazzone della Bahrain per crescere: da come si muove, non ci metterà molto.
5 a Carapaz e Pozzovivo. Si complicano la giornata finendo entrambi in un ventaglio a una trentina di chilometri dall’arrivo: costretti a rincorrere, buttano via energie che in questo Giro sono preziosissime. Specialmente quando, alla difficoltà dei percorsi, si aggiungono le variazioni meteo: passare dal caldo al freddo era uno dei rischi di giornata e forse loro lo calcolano male.
4 a Viviani. Atteso al terzo successo da quando il Giro è tornato in Italia, manca un’altra occasione: stavolta si chiama fuori ben prima di arrivare allo sprint. Costretto ad inseguire dopo il ventaglio, si spegne quando la corsa entra nel circuito finale: di quanto combina Bennett gli viene raccontato dalle immagini tv, a Nervesa della Battaglia proverà ad affrontarlo di nuovo ad armi pari.
Giro d'Italia 2018: le tappe e le altimetrie. I segreti del percorso