Giovedì 25 Aprile 2024

Giro d'Italia 2018, tappa 12: le pagelle di Angelo Costa

Bennett ancora prima della classe Giro d'Italia 2018, classifica e risultati dopo la tappa 12 Giro d'Italia 2018: le tappe e le altimetrie. I segreti del percorso

Sam Bennett festeggia la vittoria della tappa 12 del Giro d'Italia 2018 (Ansa)

Sam Bennett festeggia la vittoria della tappa 12 del Giro d'Italia 2018 (Ansa)

Imola, 17 maggio 2018 - Le pagelle di Angelo Costa sulla tappa 12 del Giro d'Italia 2018.

10 a Bennett. Per firmare il secondo centro, lui che prima del Giro in una grande corsa non aveva mai vinto, esibisce un’altra qualità del suo repertorio: dopo lo sprint di rimonta, lo sprint di potenza. Con 450 metri di volata, riprende e salta Mohoric e Betancur, che avevano provato a giocar d’anticipo, e stacca gli altri velocisti: nell’autodromo, l’irlandese è il più bravo a trasformarsi in una moto.  

8 alle squadre Professional. L’Androni tutti i giorni, la Bardiani Csf quasi, la Wilier Triestina molto spesso: le tre italiane presenti con la wild card vanno all’attacco come impone il loro ruolo, ma anche come molti squadroni di World Tour non riescono a fare. All’appello manca soltanto la Israel Academy, che in fuga è andata solo in Medio Oriente: l’hanno avvisata che può farlo anche in Italia?

6 a Mohoric. Rivelatosi in tutto il suo talento nella tappa di Gualdo Tadino, lo sloveno ci riprova subito: meno di cinque chilometri al traguardo e allunga con Betancur. Giocano tutti e due a chi consuma meno, in modo da potersela giocare in volata: a punire entrambi provvede Bennett. Anche questo servirà al ragazzone della Bahrain per crescere: da come si muove, non ci metterà molto.

 5 a Carapaz e Pozzovivo. Si complicano la giornata finendo entrambi in un ventaglio a una trentina di chilometri dall’arrivo: costretti a rincorrere, buttano via energie che in questo Giro sono preziosissime. Specialmente quando, alla difficoltà dei percorsi, si aggiungono le variazioni meteo: passare dal caldo al freddo era uno dei rischi di giornata e forse loro lo calcolano male.  

 4 a Viviani. Atteso al terzo successo da quando il Giro è tornato in Italia, manca un’altra occasione: stavolta si chiama fuori ben prima di arrivare allo sprint. Costretto ad inseguire dopo il ventaglio, si spegne quando la corsa entra nel circuito finale: di quanto combina Bennett gli viene raccontato dalle immagini tv, a Nervesa della Battaglia proverà ad affrontarlo di nuovo ad armi pari.

Giro d'Italia 2018: le tappe e le altimetrie. I segreti del percorso