{{IMG_SX}}BOLOGNA, 3 SETTEMBRE 2009 - LA PRIMA puntata della nuova serie tv dell’ispettore Coliandro manda in tilt l’ultrasinistra. La serie poliziesca, ambientata a Bologna e interpretata da Giampaolo Morelli, ha scatenato un dibattito fin troppo vivace su Indymedia e altri siti antagonisti. Il motivo di tanto interesse è la partecipazione di alcuni noti personaggi dell’estrema destra cittadina al film, intitolato ‘Sempre Avanti’ e ambientato nell’omonima palestra frequentata da patiti di pugilato e arti marziali. Il primo episodio, peraltro, martedì sera è stato visto da oltre 2 milioni e mezzo di persone.
TRA I VOLTI riconoscibili al pubblico bolognese ci sono quelli di Alessandro Vigliani, attivista di CasaPound mandato a giudizio dal pm Morena Plazzi per un’inchiesta sugli skinhead, quelli del gruppo nazirock Legittima Offesa, il cui cantante fu arrestato per un pestaggio in piazza della Mercanzia, e quello del campione di arti marziali Matteo Plicchi, già noto alle cronache per avere partecipato il 2 giugno 1996 con altri ultras bolognesi di area Mods all’accoltellamento di un algerino di 26 anni dopo la promozione in serie A del Bologna. «Su Rai2 la tv fascista ha mandato in onda una puntata dell’ispettore Coliandro dove si fa pubblicità ai Legittima Offesa e ai fascisti di m...», tuona su Indymedia l’utente Mano Pesante. Altri partecipanti alla discussione si lamentano perché con il canone della tv pubblica sono state pagate anche le apparizioni degli ‘odiati’ nemici nella fiction. Non tutti, però, la pensano così e fanno notare che nella storia i simpatizzanti dell’ultradestra sono rappresentati come personaggi negativi, trafficanti di cocaina e assassini senza scrupoli. A parte, s’intende, la co-protagonista Lara, che proviene dallo stesso ambiente ma fa innamorare lo stravagante ispettore di polizia inventato dalla penna di Carlo Lucarelli. Inoltre, sottolineano altri utenti, il celeberrimo autore di noir è al di sopra di ogni sospetto in termini di simpatie politiche, dato che la sua instancabile attività divulgativa lo colloca semmai a sinistra.
MARCO Manetti, regista della serie assieme al fratello Antonio, è piuttosto sorpreso per le polemiche. «Matteo Plicchi l’ho scelto dopo averlo visto nei provini — spiega —. Del suo ‘discutibile’ passato non sapevo nulla ma sul set abbiamo anche fatto amicizia e io ho conosciuto una persona molto diversa da quella che oggi mi viene raccontata e di certo non razzista. Anche Alessandro Vigliani mi è sembrato un ragazzo tranquillo». In quanto all’ingaggio dei Legittima Offesa, «è stata una precisa scelta artistica e non me ne pento — insiste il regista —: io difendo il diritto di raccontare il mondo dell’estrema destra così come è, in maniera realistica. Non sarebbe stata la stessa cosa mettere in scena un gruppo di comparse e questo non è un fatto ideologico. Ed è ovvio che c’è un compenso per chi lavora. Io e Antonio abbiamo girato anche al carcere della Dozza, con i veri detenuti, e non abbiamo certo chiesto loro la fedina penale. Matteo Garrone per ‘Gomorra’ ha usato ragazzi ai margini della vita camorristica: se avesse impiegato attori di teatro dalla voce impostata, il film non sarebbe stato certo lo stesso e nessuno si è sognato di sollevare il problema. Se non si può raccontare il mondo per quello che è, nella sua verità, si finisce nella censura. Io invece credo nella libertà di espressione».
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