"Siamo un’azienda a conduzione famigliare, nata intorno agli anni Novanta, e proprio in questi giorni abbiamo terminato l’iter per non essere più un’azienda agricola, ma vitivinicola. E abbiamo ringiovanito anche l’organico". Roberto Lucarelli racconta con passione l’attività dell’omonima realtà nella provincia di Pesaro. Una storia che parte dalla costruzione ex novo della cantina e arriva a oggi, dopo l’aggiunta di vigneti di nuovo impianto, ispirati ai vitigni storicamente presenti come il Bianchello del Metauro e il Sangiovese dal cannello lungo, per un totale di 35 ettari. I vini dell’azienda raccontano così il terroir. I bianchi sono Bianchelli del Metauro; i rossi Colli Pesaresi Sangiovese, anche Riserva, con un invecchiamento in barrique che aiuta il Sangiovese a manifestare tutto il suo temperamento. E lo spumante è ottenuto da cuveè di uve Bianchello e Verdicchio, con un processo di rifermentazione in autoclave.
Ci racconti meglio.
"Coltiviamo principalmente vitigni autoctoni della Vallata del Metauro. In più abbiamo una tenuta sul Monte San Bartolo, una zona vocata al Pinot Nero...".
Come mai?
"Il Pinot Nero viene bene in pochi angoli del mondo. Sul San Bartolo si è trovato un connubio perfetto fra l’incidenza del vicinissimo mare Adriatico e la possibilità di essere a picco sul mare. Particolari importanti per la coltivazione di questo vitigno".
Poi?
"A Cartoceto, invece, abbiamo la sede aziendale e il resto dei vigneti".
Cosa raccontano?
"Anche qui si respira l’influenza del mare, che si sente abbastanza sui vini: sono vini belli minerali, freschi. Le Marche, bisogna dirlo, hanno un potenziale di grande livello ancora da esprimere".
In che senso?
"Siamo poco conosciuti rispetto ad altre regioni italiane, ma c’è un potenziale enorme: i nostri vini sono fantastici. Recentemente siamo stati nel Nord Europa e abbiamo avuto feedback molto importanti dalle persone che assaggiano".
Che tipo di apprezzamento?
"Rimangono stupidi dalla freschezza, dal salato di questi vini. Un’altra cosa importantissima è che dal 2014 siamo totalmente biologici, sia il vigneto che gli ulivi. Abbiamo grande rispetto per la nostra terra e questo è molto importante oggi: sì riescono a fare prodotti fantastici con zero residui chimici. È questa la nostra filosofia: il vino deve essere buono, piacevole, ma soprattutto sano. I mercati di riferimento oltre all’Italia sono appunto Nord Europa, Giappone e Stati Uniti: oggi siamo su una produzione di 300mila bottiglie ogni anno".
Il Vinitaly che occasione è?
"Una vetrina per far conoscere le Marche e i nostri prodotti. C’è una grande risposta, un grande interesse. Soprattutto da parte dei buyer esteri".