Venerdì 3 Maggio 2024

Pionieri nell’export dell’Amarone. Cesari ora rinnova l’immagine

L’azienda fondata nel 1936 è stata fra le prime in Valpolicella a puntare sui mercati esteri. E oggi cambia strategia e comunicazione, partendo dal restyling del logo. Razionalizzata l’offerta.

Pionieri nell’export dell’Amarone. Cesari ora rinnova l’immagine

Pionieri nell’export dell’Amarone. Cesari ora rinnova l’immagine

Fondata nel 1936, la Cesari è divenuta presto sinonimo di vini veronesi nel mondo, pioniera dell’export del grande Amarone italiano.

Oggi l’azienda, sotto la capace guida di Giovanni Lai, continua a porsi come obiettivo principale quello di proporre vini eleganti e nel rispetto della tradizione ma in ascolto del mercato e del consumatore odierno, reinterpretando i dettami della comunicazione del territorio.

Un cambiamento che poggia solide basi nella storicità, un cambio di strategia e di immagine che parte dal restyling di logo e payoff di Cesari, presente al Vinitaly, Pad. 5 F5.

Un processo valoriale e organizzativo che parte dalla vigna, con il rafforzamento dei rapporti con viticoltori e conferitori, fino ad arrivare in cantina, con una razionalizzazione dell’offerta, più coerente alle logiche odierne. Baluardo del cambiamento la linea Classics, che rappresenta l’interpretazione stilistica Cesari ai vini del territorio nonché la sintesi dei 5 territori che rappresentano la Valpolicella Classica - Sant’Ambrogio, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano e Negrar.

La linea è stata epurata dai nomi di fantasia delle bottiglie, in un’ottica di ritorno all’essenziale, e si è condotto un lavoro di identità cromatica in etichetta per Amarone, Ripasso e Valpolicella, con colori che riprendono territorio, uve e tradizione.

L’innovazione continua con un’attenzione particolare a due cru. La linea Bosan, sintesi del territorio di Marano di Valpolicella, con vigneti terrazzati e un terroir principalmente calcareo e in parte vulcanico che danno vita ad Amarone, Valpolicella Ripasso e - per la prima volta - Valpolicella classica, super premium estremamente eleganti.

Per custodire le annate storiche della linea Bosan è stato realizzato un caveau per i clienti e gli appassionati con profondità di annate fino al 1997, anno a cui risale tra l’altro la lettera di ringraziamento della Regina Elisabetta all’azienda che omaggiò Her Majesty di una bottiglia del re della Valpolicella.

L’altro cru è Bosco, un piccolo cru in una vallata di circa 6 ettari a San Pietro che, a tendere nei prossimi 3 o 4 anni, sarà interamente biologico.

Al di fuori della Valpolicella, verso il lago di Garda, 10 ettari di vigneto a Lugana, in cui vengono prodotti Centofilari Lugana, Pinot grigio e Bianco Garda, blend di Chardonnay e Garganega.

Presente a Vinitaly anche un’interpretazione interessante di uve leggermente appassite Cesari Jùsto Veneto IGT, vino che può essere apprezzato da un pubblico ampio e diversificato.

Innovazione e tradizione

La Cesari ha il plus di poter avere il controllo della supply chain dal vigneto all’imbottigliamento, con un fruttaio per l’appassimento della capacità di 55mila casse.

Un valore aggiunto per il quale la tecnologia può fare la differenza. Sono state condotte le prime sperimentazioni sulla fermentazione in anfora di Valpolicella e di Lugana e già da quest’anno, con l’ausilio di un software, si è portata avanti la suddivisione per provenienza delle uve conferite alla cantina. Il prossimo futuro è un progetto di impresa con tutti i conferitori e un lavoro di parcellizzazione della vigna, che si dovrà tradurre anche in un relativo e ulteriore lavoro minuzioso in cantina.