Giovedì 2 Maggio 2024

Mammi punta sul gioco di squadra: "Promuoviamo un patrimonio: forte legame fra vini e nostro cibo"

L’assessore regionale ad Agricoltura e Agroalimentare: "Sarà un Vinitaly da protagonisti. Puntiamo sull’export, messi in campo investimenti e una strategia condivisa con consorzi e imprese".

Assessore Mammi, come si presenta l’Emilia-Romagna al Vinitaly 2024?

"Il Vinitaly è una vetrina importante per il vino italiano. Anche per il 2024 l’Emilia-Romagna sarò presente da protagonista per promuovere i Consorzi, le cantine e le nostre etichette. Saranno in fiera più di un’ottantina di vignaioli, alla presenza dei consorzi del vino, in uno spazio di oltre 2mila metri quadri, che garantisce anche un’offerta di ristorazione e un rinnovato spazio centrale dedicato alle masterclass in programma per tutta la kermesse, animate dai sommelier dell’AIS Emilia e Romagna e dai consorzi delle DOP e IGP, durante le quali sarà approfondito il legame tra i vini dell’Emilia e della Romagna e il nostro cibo di alta qualità. Portare all’attenzione del pubblico il forte legame tra i vini e il cibo del nostro territorio è un valore aggiunto sempre premiante, che ci contraddistingue".

Si sta lavorando molto sulla comunicazione dell’identità dell’Emilia-Romagna soprattutto in relazione all’estero, che risultati sta dando?

"L’Emilia-Romagna è la regione italiana che esporta di più, e la nostra seconda voce di export è l’agroalimentare. Abbiamo messo in campo una strategia condivisa con i consorzi delle nostre 44 DOP e IGP, il comparto vinicolo, le imprese agricole e agroalimentari e l’intero sistema di promozione regionale, per portare all’estero un vero e proprio patrimonio economico e culturale. La nostra Food Valley vale di 3,6 miliardi di euro alla produzione su 8,5 miliardi a livello nazionale e il comparto agro-alimentare della nostra regione vale nel complesso 34 miliardi di euro, di cui 10 miliardi esportati. Sono risultati davvero importanti, che dobbiamo mantenere e migliorare: l’agroalimentare in Emilia- Romagna dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, e da noi esportano sia i grandi marchi dell’alimentare conosciuti in tutto il mondo sia le piccole imprese con le loro eccellenze di nicchia. È un sistema che garantisce occupabilità di qualità e distribuzione di ricchezza economica e sociale per tutto il territorio".

L’export sta diventando sempre più rilevante per le aziende. Che ruolo può giocare per l’Emilia-Romagna?

"Dal 2020 sono stati investiti complessivamente in attività e azioni di promozione 4,5 milioni di euro, e un milione di euro è a disposizione nel 2024 per fiere, manifestazioni, attività di promozione e missioni internazionali di sistema. Inoltre la Regione ha messo a disposizione negli stessi anni più di 23 milioni di euro tramite bandi per le imprese e i per i Consorzi che hanno fatto attività di promozione domestica e verso i Paesi Terzi. La nostra strategia promozionale tiene insieme tutti gli aspetti: quello più popolare e quello dedicato ai professionisti. Il mercato nazionale e i paesi terzi. Per questo abbiamo puntato sul Nord America nel 2022 siamo andati a inaugurare il Fancy Food, la più importante fiera alimentare americana, a New York. Siamo tornati per l’edizione 2023, assieme a numerosi Consorzi di Dop e Igp e alle imprese, e andremo anche quest’anno a giugno. Così come il Giappone, dove l’Emilia-Romagna è la prima regione esportatrice italiana, e dove abbiamo tenuto una missione di sistema lo scorso mese di novembre".

Qual è stato l’impatto dell’alluvione e delle frane del 2023 sul settore vitivinicolo?

"Le alluvioni dello scorso mese di maggio hanno provocato al sistema agricolo regionale quasi 1 miliardo di euro di danni. Il settore agricolo ha subìto un colpo fortissimo. I fondi sui quali si può contare fino a ora per il comparto agricolo sono un terzo dei danni diretti e indiretti accertati, e si attestano a 325 milioni di euro. 106 milioni sono stati stanziati nel Fondo di solidarietà delle Regioni italiane. La Legge 100/2023 ha inoltre messo a disposizione 50 milioni per i danni alle produzioni vegetali attraverso la piattaforma nazionale AgriCat, e 50 milioni per i danni zootecnici e da frane. Inoltre il fondo di crisi europeo, cofinanziato dal Governo, ha messo in disponibilità altri 100 milioni. La Regione inoltre ha garantito 21 milioni del Programma di Sviluppo Rurale per il ripristino produttivo. Noi continuiamo a stare al fianco di chi è stato vittima dell’alluvione, chiediamo chiarezza e certezze per puntare all’obiettivo della ricostruzione totale delle infrastrutture e dell’indennizzo alle produzioni, con risarcimenti al 100%".

"Quali sono i punti di forza del settore vitivinicolo dell’Emilia-Romagna e su quali fronti si deve ancora lavorare?

"Le nostre filiere in ambito vinicolo ci permettono di avere un sistema di produzione e commercializzazione consolidato. I grandi gruppi regionali e tante piccole cantine indipendenti esportano in tutto il mondo, in una fase storica nella quale - anche a fronte di una contrazione generalizzata dei consumi - l’Italia è il secondo esportatore mondiale di vino dopo la Francia. Insistiamo con gli Stati Uniti perché sono i principali importatori di vino al mondo con 6,2 miliardi di euro, mentre la crescita di importazioni in Canada negli ultimi 20 anni raggiunge il 152% . Serve però un rafforzamento dei processi di aggregazione per ottimizzare risorse e competitività e garantire il giusto valore economico ai produttori. Come Regione intendiamo introdurre criteri premianti nei bandi per quelle imprese che decidono di presentarsi aggregate, convinti che quella sia il giusto percorso da intraprendere".