Naturalità, rispetto per la vite e per il territorio. Sono alcune delle parole chiave dell’azienda vinicola Venturi, azienda di Castellone di Suasa (Ancona), nel territorio dei Castelli di Jesi, che produce uve certificate biologiche dal 2021.
Roberto Venturi, cosa presentate al Vinitaly di quest’anno?
"Una della novità del Vinitaly sarà : Larosetta , un rosato di aleatico molto singolare, dove in primis affiorano sensazioni balsamiche e vegetali, poi frutta, china e zafferano conferiscono un quadro di graziosa bellezza; le sensazioni crepuscolari danno vita a un fascino tutto suo!".
Quali sono le bottiglie più importanti della vostra azienda? Il Qudì Riserva è stato premiato con i tre bicchieri.
"Certamente il vino di riferimento è da sempre è il verdicchio, che produciamo in tre versioni : entry level San Martino , superiore Qudì e Qudì riserva (Castelli di Jesi Verdicchio Docg Riserva), già premiato Tre bicchieri con l’annata 2019: al Vinitaly ne presenteremo in anteprima l’annata 2020".
Mettete molta enfasi sull’artigianalità del vostro lavoro e la naturalità. Ce ne vuole parlare?
"Dobbiamo fare agricoltura, non filosofia. La qualità è sempre relativa al contesto: in ogni territorio c’è sempre un’energia, un potenziale nel suolo e ci sono alcuni vitigni in grado di esprimerlo. Il nostro obbiettivo è comunicare questo potenziale, ottenere il meglio da un terreno e da un vitigno senza snaturare nulla. Ci si è illusi che la tecnica e sopratutto la tecnologia potessero risolvere ogni problema, invece la vite è una pianta particolare e gli interventi in vigna richiedono molta esperienza: la sensibilità verso la natura, unita ad una profonda conoscenza enologica consentono un minor intervento di prodotti chimici, favorendo ed incoraggiando una frequenza più assidua in vigna, una maggiore partecipazione alla manualità questa non sempre presa in considerazione perché ritenuto un lavoro sporco, ma che ci ha sempre permesso di produrre vini di notevole finezza".
Le aziende agricole sono anche un presidio del territorio, non è così?
"Tutte le aziende agricole che producano vino o qualsiasi altro frutto della terra sono custodi di un territorio, con il compito di tramandare ai loro figli il legame profondo tra le nostre produzione e le eccellenze artistiche, le eredità storiche e i sistemi di relazione, componenti imprescindibili dei nostri territori".
Quali sono i mercati per voi più importanti?
"Di certo il mercato nazionale è quello che ci sta più a cuore, ma l’estero, iniziando dagli Stati Uniti fino al nord Europa, è quello che ci sostiene".