Dall’inviato
Enoturismo in crescita in Italia. Il settore oggi vale 2,9 miliardi di euro, un aumento del 16 per cento rispetto all’anno scorso. I dati sono stati illustrati ieri al Vinitaly, nello stesso giorno in cui la fiera è stata visitata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministero del Turismo ha presentato un investimento da 1,7 milioni per promuovere i cammini religiosi nell’Italia centrale e il loro sviluppo anche in chiave enogastronomica.
Un territorio, quello della Penisola, da scoprire, ma anche tutelare, come ha ricordato Meloni: "Chi ha pensato che si potesse difendere la natura – ha detto –, non tenendo conto del lavoro degli agricoltori o addirittura pensando di farlo contro di loro, semplicemente non sapeva di cosa stava parlando, perché gli agricoltori sono i primi bio-regolatori". Un concetto rafforzato anche rivolgendosi agli studenti di Agraria vincitori del concorso enologico del Masaf, che ha premiato: "Cultura e identità italiana la tenete in piedi voi con quello che avete scelto di studiare, grazie per quello che farete, per raccontare l’Italia nel mondo".
Il territorio e i suoi prodotti, e il vino fra questi, trovano una grande domanda fra i turisti, in particolare stranieri (soprattutto tedeschi, americani, austriaci). Il 71% delle cantine offre servizi di accoglienza turistica di vario tipo tutto l’anno e la spesa media del turista del vino arriva fino a 400 euro, di cui 89 euro per l’acquisto del vino. Nota dolente, il reperimento del personale (per il 76% delle aziende italiane). I dati sono quelli dell’Osservatorio nazionale del Turismo del Vino 2024, curato da Nomisma Wine Monitor, presentato nel padiglione Regione Sardegna dall’Associazione Nazionale Città del Vino. Un’importanza messa in rilievo da molti produttori e consorzi: "È fondamentale, soprattutto per le aziende medio piccole – ha detto sul tema il presidente del Consorzio Chianti dei Colli Senesi, Cino Cinughi de Pazzi –: abbiamo la fortuna di avere un territorio meraviglioso e assieme al vino vendiamo anche la nostra cultura".
Su questo fronte ieri è stata presentato anche ‘Vini e cammini’, un progetto di promozione congiunta dei cammini religiosi (cammini di San Francesco, San Benedetto e via Lauretana) che vede l’Umbria come capofila, il coinvolgimento di Lazio, Marche, Toscana ed Emilia-Romagna e un finanziamento di 1,7 milioni del ministero del turismo. "L’intervento – ha detto la ministra Daniela Santanchè – risponde all’esigenza di creare una stretta sinergia tra turismo ed agricoltura che porterà a promuovere i cammini e le produzioni enogastronomiche che si trovano sui territori attraversati da questi percorsi".
"Un binomio vincente – ha detto l’assessore alle politiche Agricole dell’Umbria, Roberto Morroni –. Il viaggiatore oggi cerca esperienze uniche e le aree interne offrono un’opportunità straordinaria". La lentezza del cammino, in questo senso è un valore: "Camminare piano in mezzo ai vigneti è un altro tassello di un tipo di approccio che fa star bene le persone – ha detto Francesco Tapinassi, direttore della promozione turistica Toscana – che cerchiamo di portare avanti anche attraverso la lentezza". Anche l’assessore al turismo delle Marche, Andrea Maria Antonini, ha posto l’accento sul valore del cammino ma ha messo in luce soprattutto il suo possibile impatto: "iIcammini possono creare microeconomie locali molto interessanti, per esempio in luoghi che non hanno un’immagine forte. Parte di questi cammini attraversano fra l’altro zone colpite dal sisma, è anche un’occasione per contribuire a risollevare quei luoghi". Per l’assessora al Turismo dell’Umbria, Paola Agabiti, è fondamentale "creare una sinergia fra le regioni, che porti alla valorizzazione delle aree interne".