C’è soddisfazione fra i produttori dopo i primi giorni di fiera. Soddisfatto per le risposte del mercato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino: "Il mercato ha rallentato, ma continua ad andare – ha detto – in particolare nei Paesi anglosassoni. Inoltre l’annata 2019 attualmente in vendita sta riscuotendo grande successo. Il Vinitaly è come sempre una fiera importantissima". C’è molto entusiasmo anche per quanto riguarda il pignoletto: "Siamo molto ansiosi, in senso positivo, rispetto a questo Vinitaly – dice il presidente del Consorzio Emilia-Romagna, Carlo Piccinini (foto) – ma soprattutto per il prossimo. Finalmente la nostra denominazione ha completato l’iter a Bruxelles e nasce la doc Emilia-Romagna. La vendemmia 2024 sarà la prima con la Doc Emilia-Romagna Pignoletto, un vitigno che ha proprio questa caratteristica di unire la regione. Nato sui colli bolognesi si è esteso ed è uno dei pochi vitigni che unisce l’Emilia e la Romagna. Spesso nella nostra regione vogliamo essere emiliani o romagnoli, noi vogliamo essere emiliano-romagnoli".
Restando in Romagna, Franco Donati, presidente di Terre Cevico, ha messo in luce la novità dell’azienda che si è presentata per la prima volta al Vinitaly come cooperativa di primo grado assieme alle tre controllate. Un’articolazione su più territori, quella di Terre Cevico, "fondamentale per rispondere alle sfide dei mercati futuri". Sfide che arrivano fino ai vini senza alcol: "È un settore dal valore molto importante – ha detto – che non possiamo ignorare. Già in fiera abbiamo due prodotti, uno ad alcol ridotto e uno senza".