Venerdì 26 Aprile 2024

Terremoto 2016, la battaglia sui diritti al Consiglio di Stato

L'associazione "La Terra trema" presenta ricorso contro la stretta sul Cas (contributo di autonoma sistemazione). I sindaci: "Criteri non equi, da cambiare"

Pescara del Tronto (Ascoli) 4 anni dopo

Pescara del Tronto (Ascoli) 4 anni dopo

Roma, 5 settembre 2020 -  Arriva al Consiglio di Stato la battaglia sul Cas. Il contributo di autonoma sistemazione (400 euro al mese)  a 4 anni dal sisma 2016 viene percepito da 32mila sfollati nelle 4 regioni del cratere, 20mila sono concentrati nelle Marche. "La fonte di spesa più grande", ha ricordato nel suo ultimo riepilogo il presidente della Regione Luca Ceriscioli.  Tra novembre e aprile, due ordinanze della Protezione civile hanno dato una stretta, cambiando  le regole in corsa, con valore retroattivo. Per il comitato di Muccia "La terra trema noi no"  di Diego Camillozzi -  che ha raccolto la protesta dei terremotati -, il nuovo corso ha provocato danni e disparità di trattamento. La vicenda è tormentata. Ai primi di agosto il Tar del Lazio  ha deciso di non pronunciarsi sul ricorso della onlus, rinviando ogni decisione al giudizio di merito. Così i legali che assistono Camillozzi - Jacopo Severo Bartolomei, Federico Valori e Marco Massei - hanno rilanciato, depositando  appello cautelare al Consiglio di Stato (nei prossimi giorni si conoscerà la data di discussione). Una decisione considerata "ineludibile", chiariscono, perché nel frattempo "i Comuni hanno continuato a revocare o limitare il Caf a chi già ne fruiva dal 2016". Sottolineano: parliamo di "soggetti vulnerabili per accentuato disagio esistenziale", quindi il danno  "non è solo di natura patrimoniale quindi risarcibile ma anche di natura morale". L'obiettivo è la sospensione delle ordinanze. Ma come sono cambiate le regole?  Con criteri di tempo e di luogo. Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, lo spiega in modo chiaro. "Ci sono delle distorsioni. Se percepisco il Cas perché ho perso la mia abitazione, vivo a Civitanova e decido di acquistare casa lì, perdo il contributo. Se invece compro un appartamento a Porto Potenza, lo mantengo". E' una logica economica? "Non credo - ribatte il sindaco -. Comunque è un errore da correggere. E poi i conti dobbiamo guardarli bene. Una persona che ha avuto il Cas per tre anni, quindi per 36 mesi, perché prima si viveva in albergo,  ha percepito 14mila euro. Invece per una casetta  qui a Pieve Torina lo Stato avrebbe speso tra gli 80 e i 100mila euro. Soluzione che noi sindaci avremmo preferito, per evitare la diaspora. Ma o costi sarebbero stati assai più alti". A giugno il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, hanno dichiarato di voler "collegare i benefici del contributo di autonoma sistemazione riconosciuto agli sfollati alla presentazione delle domande di riparazione e ricostruzione degli immobili danneggiati dal sisma 2016". I numeri del privato sono impietosi e raccontano l'immobilismo: meno di  14mila richieste  in tutto il cratere,  poco più di 5.300 accolte, meno della metà i progetti realizzati. Per il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, "è un problema cambiare le carte in corsa. Dobbiamo cercare di essere il meno iniqui possibile. A forza di scrivere, spesso ci sono norme  in contrasto. Come istituzioni, avremmo dovuto essere più attenti e chiari all'inizio. Invece abbiamo promesso ai terremotati che avrebbero avuto l'assistenza sine die". Lo stato d'emergenza è prorogato fino al 31 dicembre 2021. "Qui - osserva Falcucci - nascono i problemi. Tra emergenza e ricostruzione c'è un corridoio, terra di nessuno. Le competenze si rimpallano, in mezzo passa del tempo interminabile. E tutto questo porta a conflitti. Vai a togliere un diritto. Da vedere se hai comprato casa prima del novembre 2019, se la superficie è uguale a quella che ti spetta, se l'hai acquistata fuori regione o nel comune limitrofo... Siamo tutti in attesa di quel che succederà".