Venerdì 26 Aprile 2024

Rigopiano, il maxi processo in un teatro?

A 39 mesi dalla strage tra gli avvocati dei familiari si ragiona su regole di sicurezza imposte dall'epidemia e centinaia di persone in aula. Intanto la prescrizione è sospesa

Le mamme di Rigopiano

Le mamme di Rigopiano

Rigopiano (Pescara), 18 aprile 2020 - "Il processo di Rigopiano si potrà fare quando riapriranno cinema e teatri, perché valgono le stesse regole e ci sono in sostanza numeri simili", provoca ma fino a un certo punto l'avvocato Camillo Graziano, il difensore di Alessio Feniello, papà di Stefano e nella memoria di tutti ad oggi l'unico condannato (multa al dolore, si scrisse, portò un mazzo di fiori sulle rovine dell'hotel, la tomba del suo ragazzo). Il maxi-dibattimento sulla strage del 18 gennaio 2017 di rinvio in rinvio - destino che gli è toccato da subito, ben  prima che scoppiasse l'epidemia - deve ancora iniziare. A voler essere ottimisti, se ne potrebbe riparlare il 10 luglio alle 9.30.  E' la data fissata dal presidente del tribunale, Angelo Mariano Bozza. Ma naturalmente anche quella scadenza è incerta, come tutto. Perché sono numeri da maxi processo, per ogni udienza almeno 150-200 persone tra parti civili, imputati e naturalmente avvocati, il drappello più consistente.

"Impossibile riunirci tutti in un'unica stanza", conclude Graziano. L'aula 1 del tribunale di Pescara si era già dimostrata ai limiti "in tempo di pace", quando c'era la gara tra i legali ad arrivare prima per avere la certezza di un posto a sedere. Mentre i familiari delle vittime erano stipati in fondo, spesso in piedi. E se si risolvesse con la tecnologia?

"Vedo più realistico utilizzare una struttura più grande. Un auditorium, un cinema, un teatro", ragiona l'avvocato Wania Della Vigna, che assiste la sorella di Sara Angelozzi, morta nella strage dell'hotel con il marito Claudio Baldini.

Spiega: "I precedenti non mancano, penso alla Costa Concordia.  E' tutto nelle mani del presidente del tribunale, che ha fatto la scelta giusta, rinviando subito a luglio. Stiamo vivendo una situazione drammatica, molto dipenderà da come vanno le cose e dalle decisioni del governo centrale. Se lo stato d'emergenza sarà prorogato, naturalmente slitteranno anche i processi". Poi l'avvocato, specializzato nei disastri d'Italia, ricorda che a Rieti si sperimenterà una piattaforma da remoto nel dibattimento per il terremoto di Amatrice. "Da verificare se è idonea, lo vedremo", chiarisce. Infine precisa: "In ogni caso,  la prescrizione dei reati è sospesa. E' come se questo tempo non ci fosse mai stato".