Giovedì 18 Aprile 2024

Ultimo Rapporto Ipcc, metà della popolazione mondiale a rischio: interventi immediati

Clima / Il Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu ha lanciato finalmente l’allarme su riscaldamento globale e cambiamento climatico

L'emergenza è più drastica di quello che si pensi

L'emergenza è più drastica di quello che si pensi

È stata recentemente presentata in Svizzera la sintesi degli ultimi rapporti Ipcc, il Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico e foro scientifico, formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, allo scopo di studiare il riscaldamento globale. I risultati ai quali è giunto lo studio sono davvero allarmanti: metà della popolazione mondiale è a rischio. Il segretario delle Nazioni Unite ha dunque invitato i governi a fare di più e ha chiamato a collaborare anche le industrie del petrolio e del gas. Dopo nove anni, dunque, l’IPCC (il Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) delle Nazioni Unite ha presentato un nuovo rapporto sul riscaldamento globale. Si tratta di un documento di grande importanza perché firmato da migliaia di scienziati provenienti da 195 Paesi. Si tratta di un gruppo intergovernativo di esperti sotto l'egida dell'ONU. Nel nuovo rapporto si conferma che sono le emissioni di gas serra di origine umana, alimentate dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili, le realtà che stanno provocando il caos sul pianeta. Tuttavia lo studio dichiara che è ancora possibile intervenire con successo per affrontare il problema. Ma non c’è più tempo da perdere: occorre agire ora, in quanto questo decennio si preannuncia davvero decisivo. Se il riscaldamento avanzasse, infatti, sarebbe molto più difficile arginarlo. Quali le azioni da compiere nell’immediato? E' imperativo smettere subito di usare i combustibili fossili, avviare e finanziare politiche di adattamento, soprattutto per le aree più vulnerabili e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, mantenendo vivo il target di Parigi di +1,5 gradi. Sullo sfondo, sottolinea il rapporto Onu, il fatto che le emissioni sono aumentate a dismisura negli ultimi cinque anni. Negli ultimi due milioni di anni non c’è mai stata così tanta concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Una situazione che ha portato ad un aumento medio della temperatura di 1,1 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Dietro a questo aumento, scrivono gli scienziati, c’è inequivocabilmente l’azione dell’uomo con l’utilizzo dei combustibili fossili. Quasi l’80% delle emissioni arrivano dal settore energetico, dall’industria, dai trasporti e dagli edifici. Il 22% arriva invece dall’agricoltura e dallo sfruttamento della terra. Una situazione che si traduce in eventi sempre più frequenti e sempre più estremi, dalle ondate di calore alle alluvioni, mettendo a rischio la vita di oltre 3 miliardi di persone (quasi metà della popolazione mondiale), in particolare di quelle che meno hanno contribuito alla crisi climatica. "L'umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente": è stato questo il monito che è arrivato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antònio Guterres, in occasione del lancio del rapporto. Parole che di certo devono far riflettere.