Giovedì 10 Ottobre 2024

Cambiamento climatico: "Necessario un patto tra scienza e politica: stop alle fake news"

L’appello di 22 accademici italiani in vista delle prossime elezioni per l’Ue "Basta con i negazionisti, la crescita dell’inquinamento è inarrestabile. E non basare le misure su dati certi è un errore che può costare caro".

Cambiamento climatico: "Necessario un patto tra scienza e politica: stop alle fake news"

Cambiamento climatico: "Necessario un patto tra scienza e politica: stop alle fake news"

"Ogni società moderna deve basarsi sulla conoscenza scientifica. Non farlo avrebbe conseguenze molto gravi per la nostra salute, la nostra economia e il nostro benessere". Inizia così, con un monito, l’appello lanciato il 18 aprile scorso da 22 scienziati italiani – presidenti delle più note società e associazioni scientifiche – alle forze politiche in vista delle elezioni europee, affinché non neghino i risultati della ricerca e prendano posizioni chiare sul clima e i sistemi naturali. Il testo è stato diffuso dalla Fisna, la Federazione italiana di scienze della natura e dell’ambiente.

"La scienza è l’unica fonte affidabile di informazione sulla realtà che ci circonda, sul funzionamento del mondo fisico, chimico, geologico e biologico - continua l’incipit del documento -. È essenziale nella formazione di ogni persone ed è riconosciuta come la base dello sviluppo tecnologico e del miglioramento della qualità di vita delle persone". L’indice degli scienziati è puntato in particolare sui negazionisti del cambiamento climatico, che - soprattutto quando siedono in posti chiave nelle istituzioni europee e mondiali - rappresentano un freno alla presa di coscienza delle azioni necessarie a salvare il pianeta.

Gli esperti tengono a ricordare che oltre 60 anni di ricerche hanno chiarito "in modo inequivocabile" che "le attività umane hanno avuto un ruolo determinante nella genesi dei cambiamenti climatici".

Le Nazioni Unite, proseguono, hanno costituito da tempo "due istituzioni fondamentali" per comprendere tali dinamiche: l’International panel on climate change per il cambiamento climatico, l’Intergovernamental science-policy platform on biodiversity and ecosystem services per i sistemi naturali.

Eppure "le conoscenze scientifiche consolidate continuano a essere messe in dubbio o negate sulla base di convinzioni personali, soprattutto quando i risultati delle ricerche vanno contro gli interessi economici o le ideologie politiche", affermano.

Il peso delle attività umane sull’ambiente circostante è provato inconfutabilmente da una serie di indici e cifre. Gli scienziati ne sottolineano alcune, su cui c’è concordanza di tutta la comunità scientifica.

In particolare tre quarti degli ambienti delle terre emerse e due terzi di quelli oceanici sono stati alterati dalle attività umane. L’intervento umano ha modificato la concentrazione dinanidride carbonica nell’atmosfera, "che è passata da circa 278 parti per milione di volume (ppm) nell’epoca pre-industriale alle 420 ppm attuali". Concentrazione che sta aumentando a un tasso di circa 2 ppm l’anno.

Per non parlare poi dell’inquinamento da plastica (ogni anno se ne producono oltre 400 milioni di tonnellate) e di quello atmosferico (sono almeno nove milioni i decessi ogni anno) e all’effetto serra, che riscalda sempre di più il Pianeta. Si pensi che "la massa degli oggetti prodotti dall’uomo che, nel 1900, equivaleva al 3% della biomassa, nel 2020 è arrivata a superare il 100%", in aumento di anno in anno. Fondamentale è il contrasto alle false verità ("fake truths") e alle "campagne sistematiche di disinformazione promosse da lobby economiche". Non agire, si chiude il documento, potrebbe avere conseguenze gravi per le generazioni future.

m. p.