Mercoledì 24 Aprile 2024

La nostra diplomazia della bellezza può unire tutti i popoli

Migration

di Claudio

Marenzi*

Turbolento o forse, addirittura, caotico, di cui cioè è difficile prevedere lo sviluppo: sono questi i termini migliori per definire il contesto economico internazionale in cui stanno operando i marchi e i buyer che si incontrano al Pitti Immagine Uomo di giugno 2022. Intendiamoci: un salone come questo ha proprio la funzione di inserire un principio d’ordine nel flusso degli accadimenti o almeno un criterio di lettura riconoscibile. E questo Pitti Uomo lo fa da sempre molto bene, grazie alle strette relazioni con le aziende, alla qualità dei servizi, al metodo curatoriale con cui seleziona gli espositori, a un formato che dà pari importanza al commerciale e alla comunicazione. Ma resta vero che il numero e la complessità dei fattori in movimento, insieme e in direzioni diverse, non hanno riscontro negli ultimi decenni.

Da un lato, fine della pandemia, ripresa dei consumi e del turismo, tasso di cambio dell’Euro cedente e sempre più prossimo alla parità con il dollaro sono fattori che spingono il fatturato delle imprese della moda verso l’alto. Dall’altro la corsa dei prezzi delle materie prime, che ha molteplici origini (certo non tutte riconducibili all’invasione russa dell’Ucraina e alle sue conseguenze), la crisi di fiducia di consumatori e imprese (che inverte la tendenza del post-Covid) e non per ultima la politica zero-Covid e il conseguente lockdown in Cina, fanno temere un raffreddamento dei fatturati già nei prossimi mesi.

Tutto ciò in un contesto in cui già le imprese del settore affrontano alcuni cambiamenti strutturali di lungo termine ma tremendamente attuali, come il riposizionamento delle catene di fornitura internazionali - la crisi logistica globale si è attenuata ma non esaurita - una trasformazione delle preoccupazioni e dei comportamenti dei consumatori del pieno del suo dispiegarsi e la necessità di completare la trasformazione digitale nelle funzioni aziendali. Dobbiamo però riconoscere che, se non fosse per le turbolenze in corso e il caos sistemico che ne segue, guardando retrospettivamente all’andamento economico del settore negli ultimi mesi non si può che essere molto soddisfatti. I dati, ma anche il clima da carnet ordini pieno che si è respirato tra gli operatori, ci mostrano dopo l’anno buio del Covid un rimbalzo corposo e più rapido delle aspettative.

Il fatturato della moda italiana è cresciuto vivacemente nel primo trimestre del 2022 (+23% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente), proseguendo in un percorso positivo che ha caratterizzato tutta la seconda metà del 2021. L’export nei primi mesi del 2022 è in forte crescita (anch’esso +23% rispetto alcorrispondente periodo del 2021), mentre si stima che quello verso la Russia si sia dimezzato a marzo, rispetto allo stesso mese del 2021. Più in generale, i risultati di inizio 2022 hanno un interesse particolare e simbolico perché decretano la conclusione della rincorsa ai livelli pre-Covid. Nel primo trimestre il fatturato della moda italiana ha infatti superato lo stesso trimestre del 2019 di un 8% tondo. Con un aumento ben bilanciato, sempre rispetto al primo trimestre 2019, tra mercato domestico (+7.7%) ed esportazioni (+8.7%). Nello specifico, la moda maschile ha registrato per tutto il 2021 un andamento positivo sui mercati esteri (+13,4% le esportazioni nei dodici mesi 2021 rispetto al 2020) e potrebbe aver recuperato, come ha fatto il mercato generale della moda, il livello pre-Covid all’inizio di quest’anno. Restiamo comunque in attesa per una conferma dei dati ufficiali ancora non disponibili a livello di dettaglio.

Servono ora una visione di futuro e scelte coraggiose. Ciò che possiamo affermare con certezza, in particolare dalla prospettiva di una manifestazione come Pitti Uomo, è che la moda e l’industria che la produce continueranno a essere un fattore di congiunzione, uno strumento diplomatico extra territoriale, tra tutti i paesi, un tessuto di collegamento che passa attraverso le vie del commercio globale.

*Presidente di Pitti Immagine