«Prenez votre temps». Più che un invito, un imperativo categorico: prendetevi il tempo che vi serve. E il benvenuto è sottinteso, comprensibile anche da chi non ha dimestichezza con la lingua di Victor Hugo: perché nella Vaklle della Loira parlano borghi e città d’arte mirabilmente curati; parla una campagna pianeggiante o lievemente ondulata che fa la gioia di chi ama le due ruote e il turismo lento. E parla il lungo fiume che divide la Francia del nord da quella del sud, grande antologia della cultura e della storia d’Oltralpe. Si finisce per affidare alla natura il compito di fare le presentazioni e lei ricambia come sa e deve, perché è primavera e da queste parti «La Vie en Rose» non è solo una canzone di Edith Piaf: è una passerella di giardini in fiore, come quello di Jean-Dupont, nel centro di Orléans. Certo, non è semplice scegliere da dove cominciare. E alla ricerca di una sintesi felice, ci si attarda nel castello di Chaumont (www.domaine-chaumont.fr) e nel suo bel giardino che la direttrice madame Chantal Colleu-Dumond ha trasformato in un laboratorio a cielo aperto, tra artisti internazionali che arrivano, creano e, andandosene, lasciano in eredità le loro opere come gesto di gratitudine.
Originale? Lo è anche marciare a piedi nudi sull’erba fresca appena tagliata in un bosco nella tenuta della Pépinière, a Chouzy-sur-Cisse (www.domaine-pepiniere.fr) o fare il pieno di vibrazioni energetiche abbracciando i tronchi degli alberi. Tant’è. Si torna sempre lì, lungo il maestoso corso d’acqua che arriva dal Massiccio Centrale e corre verso l’Atlantico, cercando di salire su una delle curiose imbarcazioni a fondo piatto che stazionano agli attracchi tra Amboise e Chaumont prima di avventurarsi in sorprendenti mini-crociere tra isolotti di sabbia, nidi di sterne, rifugi di castori assonnati e scorci sui castelli che il tramonto colora di rosa e crema. Ad ogni angolo, le «Guinguettes» marcano il ritorno della bella stagione, trattorie a cielo aperto conviviali e un po’ retrò, dove attardarsi tra una frittura, un bicchiere di vino Sancerre e un concertino, come quelle ai piedi del ponte Wilson nel centro di Tours o tra le grotte che qui chiamano «troglos» e incorniciano le sponde della Loira. Solo loro la vera metafora di una Valle della Loira aristocratica e saccente che si riscopre democratica e gentile.