Giovedì 25 Aprile 2024

Schumi, primo capitolo di una storia d’amore

Il fuoriclasse ha vinto cinque volte a Monza con la Ferrari, ma fu il suo incredibile debutto a punti in Benetton a segnare l’inizio di un’era

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di Leo Turrini

Schumi e Monza, un romanzo nel romanzo di una carriera irripetibile nonché probabilmente unica. Il tedesco ha trionfato in Brianza cinque volte, tra il 1996 e il 2006, sempre al volante della Ferrari. Ma la sua storia nel gp d’Italia iniziò in maniera rocambolesca, a dimostrazione di come Monza sia spesso, se non sempre!, un crocevia tra passione ed intrigo, tra emozione e brivido, tra prosa e poesia.

Allora, correva l’anno 1991. In Belgio, uno sconosciuto pilota germanico aveva fatto il suo debutto assoluto, strappando un clamoroso settimo posto nelle qualifiche a bordo di una non irresistibile Jordan. In gara invece Michael Schumacher aveva fatto poca strada. Si era fermato dopo appena 200 metri con la frizione bruciata. Eppure aveva suscitato l’attenzione di un manager rampante, non ancora all’apice della popolarità ma già molto sveglio (eufemismo).

Flavio Briatore governava l’investimento Benetton nei Gran Premi seguendo un principio: mai avere paura della novità, anzi. Così, alla vigilia di Monza, l’intraprendente manager di Cuneo fece il colpaccio. Si accorse che Eddie Jordan, il patron del team irlandese, ancora non aveva provveduto a blindare l’emergente driver di Germania.

Poiché 2+2 fa quattro, in un batter d’occhio Schumi cambiò squadra. A Monza venne presentato come nuovo alfiere della Benetton. E scoppiarono polemiche furibonde, ci fu uno strascico di vicende legali, ma in quel fine settimana brianzolo la storia della Formula 1 cambiò per sempre. Collocato al posto del brasiliano Moreno, che per inciso era un amico carissimo di Senna, il quale si arrabbiò ferocemente per l’operazione, ecco, messo sulla macchina di Briatore il prode Schumi diede immediata dimostrazione del suo incredibile talento. Con una macchina che non poteva certo aspirare alla vittoria, il tedesco entrò brillantemente in zona punti, battendo il compagno di squadra Nelson Piquet. Quella domenica del 1991 venne scritto il primo capitolo della storia d’amore tra Schumi e Monza. Una storia poi sublimata dal passaggio del campione alla Ferrari: al debutto in Rosso nel Gran Premio d’Italia, 1996, arrivò il primo successo in Brianza del Campionissimo.

Ce ne sarebbero stati altri quattro, di trionfi. Tutti spettacolari, talvolta irresistibilmente drammatici come nel 2003, al culmine di uno sfinente duello ruota a ruota con la Williams del colombiano Montoya. Romanticamente è il caso di aggiungere che Schumi scelse proprio Monza per annunciare al mondo il suo addio alle competizioni. Era il 2006. Il Ferrarista aveva appena vinto, per l’ultima volta, su quel circuito di cui conosceva ogni centimetro d’asfalto. Salì in sala stampa dopo la presentazione e comunicò di aver deciso. A fine stagione si sarebbe ritirato dalle corse. In realtà tornò, nel 2010. Ma idealmente tutto era finito dove tutto era cominciato. A Monza.