Mercoledì 24 Aprile 2024

Il segno di Moss sul mondiale di Fangio

L’inglese porta la Maserati all’ultima vittoria a Monza, l’asso argentino aiutato da Collins che gli cede la sua Ferrari: "E’ giusto così"

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di Marco Galvani

"Sul filo dei 210 chilometri orari – raccontano le cronache di allora – inizia una delle edizioni più avvincenti e drammatiche del Gran premio d’Europa".

Due settembre 1956. Monza. Cinquanta giri. Cinquecento chilometri di gara. La pole della Ferrari di Juan Manuel Fangio in 2’42.6. Il via viene dato dal principe Filippo Caracciolo, presidente dell’Automobile club. "Dal principio alla fine i piloti si sono dati battaglia senza respiro. Cinque piloti in particolare si sono alternati a condurre il carosello. Prima Castellotti, poi Musso, Moss, Fangio e Shell. Poi di nuovo l’inglese Moss tornava al comando e conduceva fino al 45° giro favorito anche da un’anomalia allo sterzo lamentata da Fangio".

Fino al colpo di scena con "uno dei gesti più belli e cavallereschi della storia dell’automobilismo".

Fangio si giocava il titolo, tallonato in classifica dall’altra Ferrari di Peter Collins. Fangio è ai box. Ritirato. Ma Collins rientra volontariamente ai box e cede la sua Ferrari al compagno di squadra: "È più giusto che sia tu a vincere questo mondiale, io sono giovane e avrò tante altre occasioni", gli disse consegnandogli il volante.

A cinque giri dalla bandiera a scacchi altro brivido. Stirling Moss sulla Maserati F250 rimane senza benzina. Rallenta. Ma Luigi Piotti arriva con l’auto gemella e spinge l’inglese fino ai box, lasciando a Musso la leadership del Gp. A tre giri dal termine, al pilota italiano della Ferrari si ruppe un braccetto dello sterzo proprio alla staccata dell’ultima curva fermandosi di fronte ai box. Così Moss si riprese la posizione vincendo il XVI Gran premio d’Europa, il XXVII Gp d’Italia, davanti a Fangio che si aggiudicò per il terzo anno consecutivo il titolo mondiale. E quella fu per la Maserati l’ultima vittoria a Monza. E fu proprio l’inglese ‘re senza corona’ a consegnarla alla casa del Tridente. Con la stessa monoposto su cui nel 1958, a Monaco, Maria Teresa De Filippis diventa la prima donna a partecipare a un Gran premio iridato.

Gli ultimi anni in Formula Uno del Tridente, che con una propria scuderia partecipò al campionato mondiale dalla prima edizione del 1950 al 1960 vincendo 9 gran premi e due titoli con Fangio nel 1954 e nel 1957. Dopo l’abbandono delle corse, comunque la Tipo 60 (il progetto noto come ‘gabbia d’uccello’) venne utilizzata da importanti scuderie e ancora per qualche anno Maserati fornì i suoi motori V12 3000 cm³ alle vetture della Cooper nelle stagioni di Formula 1 dal 1966 al 1969. Dal prossimo anno si torna alle ruote scoperte con il debutto nella Formula E, a oltre 10 anni dall’ultimo impegno ufficiale del Tridente nel Fia GT.